Violenze anche davanti ai figli minori, anche quando la sua metà era in dolce attesa del loro secondo figlio. Minacce e umiliazioni costanti, fino a quell'ultimo episodio. Intollerabile. Poi la denuncia e l'allontanamento. Nei giorni scorsi la decisione del tribunale di Cassino: una condanna a un anno e quattro mesi, oltre al pagamento in favore della parte civile difesa dall'avvocato Gabriele Leone, per un trentenne di San Giorgio a Liri.

Il rinvio a giudizio c'era stato nel novembre del 2019: tre anni di processo. Affatto facili, prima di arrivare alla sentenza dei giorni scorsi. In aula le pesanti accuse di maltrattamento. Violenze inaudite nei confronti della ex compagna che ha deciso di dire basta, presentando una dettagliata denuncia. Quelle messe nero su bianco dalla giovane vittima erano violenze sia psicologiche che fisiche. In parte scaturite da una gelosia folle, in parte da una aggressività che non trova spiegazioni. Sullo sfondo, ancora quell'idea di padre-padrone, di uomo invincibile che può tutto e che non deve nulla a chi gli è accanto.

Così, stando alle accuse, lui poteva tradirla liberamente durante la gravidanza del loro primogenito. Con la minaccia, se avesse fiatato, di toglierle il figlio. E allo stesso tempo poteva picchiarla, nonostante il pancione (del loro secondogenito), persino davanti al piccolo. In un'occasione avrebbe minacciato di morte lei e le amiche: intollerabile che lei uscisse da sola. In un'altra le avrebbe impedito di truccarsi. In un'altra ancora, durante un litigio, l'avrebbe scaraventata sul letto, facendola poi cadere a terra. E giù calci e pugni. Rompendole cellulare e pc per impedirle di chiedere aiuto. C'è voluto del tempo e tanto coraggio, ma alla fine la donna ha denunciato. Ha chiesto aiuto ed è arrivata davanti al giudice che ha accolto appieno le richieste dell'avvocato Leone.