Un sito archeologico che ospita siringhe e rifiuti. E' piazza Annunziata che trova spazio all'ombra dell'ex Serapide. Nel sito sono visibili i resti di una villa privata residenziale costruita verso la fine del IV sec. a.C., dopo l'istituzione a Sora della prima colonia latina (303 a.C.). L'edificio subì una ristrutturazione nella seconda metà del II sec. a.C. Alla fine del IV sec. d.C., risalgono i resti di un impianto rustico-residenziale che occupò il settore sud-est dell'area. Nel VI secolo l'area fu interessata da una necropoli paleocristiana.

Un quartiere che dovrebbe respirare storia e che invece è costretto a convivere con un quotidiano difficile che parla di abbandono e inciviltà. Cartacce, bottiglie di vetro, rifiuti di ogni genere e addirittura siringhe. E mentre la piazza avanza nel suo lento abbandono nessuno arriva in quel brano di città per ammirare i reperti a cielo aperto. E poi alle spalle c'è la vegetazione dell'ex Serapide che avanza, nessuna bonifica e ripristino della recinzione che sta cadendo. I residenti sono stanchi e gli appelli si susseguono dato che oltre alle siringhe, sotto casa, ora sono arrivati anche i serpenti vicino il perimetro tra piazza Annunziata e quello che doveva essere un volano per la città di Sora, dimostratosi invece un bubbone urbanistico che resta lì, teatro di morte di giovani vite, di famiglie distrutte dal dolore perché ancora vedono, di anno in anno, un'opera così imponente non tornare ad essere un cantiere.

Non si vede futuro nella zona di San Giuliano che meritava un riscatto e dove invece vengono alimentate solo tante lamentele che sembrano essere inascoltate perché tutto resta uguale. Piazza Annunziata lo dimostra. Forse un funzionante impianto di videosorveglianza potrebbe fungere da deterrente e fermare questo declino sociale che descrive un angolo della città dove succede di tutto, di notte, ma anche di giorno. Basta scendere di qualche gradino rispetto al livello della strada e ci si imbatte in gruppi di ragazzi con alcolici in mano che spesso, con l'euforia dell'alcol e non solo, spaccano le bottiglie tra i reperti che sono lì accanto alla loro sregolata vita.