«Riduzione dei rifiuti urbani nel 2020 per effetto della pandemia». Lo rileva l'Istat nell'ultimo report "Ambiente urbano - anno 2020" pubblicato in questi giorni che evidenzia: «Molte difficoltà ma anche segnali di resilienza dalle città italiane nell'anno della pandemia». Uno dei capitoli dello studio è dedicato ai rifiuti. «La riduzione dei rifiuti urbani - ricorda l'Istat - è l'obiettivo prioritario dettato dall'Unione europea tramite la Direttiva 2008/98/CE al fine di ridurre i danni alla salute umana e all'ambiente, nel rispetto della sostenibilità. Nel 2020, le restrizioni dovute alla pandemia, con le conseguenti chiusure, hanno provocato un brusco calo della produzione dei rifiuti urbani, ma, fino al 2019, le politiche orientate al contenimento dei rifiuti attuate negli ultimi anni non avevano fatto registrare miglioramenti».

A Frosinone la produzione di rifiuti, nel periodo 2016-2017, ha raggiunto il top con 603 chilogrammi per abitante. All'opposto, il 2019 ha segnato il minimo con 498,9 chilogrammi, mentre il 2020 ha registrato una lieve crescita fino a 506,1 sugli stessi livelli del 2018, 505,8. Dunque, negli ultimi tre anni il dato si è assestato e risulta ben lontano dai 551,6 chili prodotti da ogni frusinate nel 2010, anno di partenza dello studio. Nel dossier è stata analizzata anche l'evoluzione della raccolta differenziata. Una raccolta che nei primi anni dello scorso decennio ha faticato a decollare, tanto che nel 2010 era ancora al 13% quando ancora c'erano i cassonetti dell'indifferenziato e quelli, dislocati in alcuni punti della città, dove fare la differenziata.

Dal 2013 al 2017 la percentuale è rimasta al 15%. La crescita si è avuta con il porta a porta, prima limitato al centro storico e ad alcuni quartieri della città, poi esteso a tutto il perimetro cittadino. E così la differenziata nel capoluogo ha segnato un 47% nel 2018, poi il 69% nel 2019 e il 72% nel 2020. Quest'ultimo è il miglior dato del Lazio. Inoltre, secondo i dati della De Vizia, il gestore del servizio nel capoluogo, tra gennaio e aprile 2021 la percentuale mensile è stata del 69,17%, del 68,28%, del 66,37% e del 69,77%. Indifferenziato, umido, imballaggi misti, carta, vetro e cartone sono i rifiuti maggiormente prodotti a Frosinone.

Tornando ai numeri dell'Istat, per quanto riguarda la differenziata, l'umido è al 36,3%, carta e cartone al 27,1%, il vetro al 18,8%, il materiale plastico al 4,6%, il materiale recuperato in strada al 3,1%, gli ingombranti e il legno al 2%, i metalli all'1,5%, i Raee e i tessili all'1,2% e poi gli altri in percentuali inferiori. «Nel 2020, in tutta Italia sono state prodotte 28,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 3,6% in meno rispetto al 2019 (da 502,7 a 487 kg per abitante) - osserva l'Istat - I rifiuti urbani prodotti nei comuni capoluogo ammontano a 9,9 milioni di tonnellate (-7,2% rispetto all'anno precedente), pari a 520 kg per abitante. La diminuzione dei rifiuti urbani ha interessato tutte le ripartizioni geografiche». Sempre a livello nazionale, evidenziato un rallentano dei progressi della raccolta differenziata.

«L'obiettivo del 65% di raccolta differenziata avrebbe dovuto essere raggiunto su tutto il territorio nazionale entro il 2012, ma non è stato ancora conseguito da molti comuni. Nell'anno della pandemia se, da un lato, è diminuita la produzione di rifiuti urbani, dall'altro c'è stato un rallentamento dei progressi ottenuti nella raccolta differenziata che, in Italia, si attesta al 63%», certifica l'Istat.