Silvio Ceccani è venuto a mancare il 19 giugno scorso, tradito da un attacco cardiaco. Un duro colpo per i suoi familiari, per la moglie Silvana e i figli Arianna e Walter. Ma ha fatto in tempo a gioire per quella che considerava la "battaglia della vita", una vicenda giudiziaria che si è trascinata per decenni e che, grazie al lavoro del suo legale, l'avvocato Aniello Pullano, lo ha visto infine vincitore.

Silvio avrebbe compiuto 82 anni a settembre, una vita da stimato radiotecnico, poi il sospirato riposo. E quella causa contro un vigile urbano, oggi in pensione, che gli ha tolto il sonno per anni. Tutto iniziò nel lontano 1994, quando Ceccani presentò la domanda di condono per un fabbricato acquistato poco prima e in parte ristrutturato per farne un negozio. L'istanza di condono venne respinta dal Comune di Alatri sulla base di un verbale redatto dal vigile urbano in questione che attestava l'inesistenza del manufatto. Dunque non c'era nulla da condonare.

Scattarono così la denuncia per abusivismo edilizio e la condanna. Ceccani però non si è rassegnato e ha seguito di persona la causa del figlio, titolare dell'immobile, convinto di aver subito un torto dal vigile e dal Comune. L'uomo è riuscito a ottenere dall'Istituto geografico militare di Firenze un'immagine aereofotogrammetrica da cui risultava che il fabbricato da condonare, contrariamente a quanto dichiarato a verbale dal vigile, esisteva già prima del 31 marzo 1994, data ultima per il condono. Da qui la denuncia al vigile per falso ideologico. Dopo un lungo iter processuale penale, l'agente venne condannato alla pena di due anni e al risarcimento del danno arrecato a Ceccani.

La partita giudiziaria andò avanti ancora a lungo, poi finalmente il Comune concesse la sanatoria (con decorrenza 2010) e sospese dal servizio per quattro mesi il vigile urbano. A maggio scorso la causa civile di primo grado per il risarcimento dei danni subiti da Silvio e dalla sua famiglia si è conclusa: il Tribunale di Frosinone ha accolto la domanda risarcitoria e condannato in solido al risarcimento l'ex agente della polizia locale e il Comune.

Ma non è finita qui. La battaglia giudiziaria ingaggiata da Silvio gli sopravviverà. Se ne riparlerà infatti alla Corte d'appello civile di Roma a cui la famiglia si è rivolta per ottenere l'integrale risarcimento dei danni in misura ben maggiore a quella stabilita dal giudice di primo grado.