Conferito l'incarico per eseguire l'autopsia sul corpicino di Francesco, il bimbo morto al mare, a Santa Severa, martedì pomeriggio. Ieri, il pm Marina Mannu della procura di Civitavecchia, che coordina le indagini sulla tragedia, ha affidato la consulenza medico-legale al dottor Federico Manetti dell'università Sapienza che si è preso 60 giorni per il deposito dei risultati.
Al momento, sulla base degli accertamenti condotti dai carabinieri di Civitavecchia, gli indagati sono due, il bagnino per l'ipotesi di omicidio colposo e la tata, una donna di Alatri che vive con la famiglia di Francesco e che da anni si occupa dei bimbi, per l'ipotesi di abbandono di minori con l'aggravante del decesso del piccolo. Un atto dovuto - hanno rimarcato gli investigatori - per consentire ai due di potersi difendere già in questa fase e di nominare un proprio consulente di parte, cosa che si sono riservati di fare, mentre la famiglia di Francesco, i cui genitori sono frusinati, ha nominato un proprio consulente.

Il medico legale dovrà stabilire per prima cosa la causa della morte, se questa è avvenuta per annegamento o se eventuali altre patologie possano aver concorso nell'evento. Prima dell'autopsia sono stati richiesti altri accertamenti di natura medica, come Tac e radiografie.
La tragedia si è compiuta intorno alle ore 14 di martedì sulla spiaggia di Pyrgi, a Santa Severa. La tata con i due bimbi, sorellina e fratellino, erano alla Nuova Oasi beach, un posto dove erano clienti abituali e conosciuti. «Ho sempre davanti quella faccetta», ha dichiarato uno dei bagnini. A un certo punto, per cause che i carabinieri della compagnia di Civitavecchia stanno accertando il bimbo, tre anni da compiere a novembre, si è incamminato verso il mare con il secchiello eludendo la sorveglianza della tata. È entrato in acqua dove qualche minuto dopo è stato ritrovato privo di sensi in un tratto di mare dove l'acqua è molto bassa, forse quaranta centimetri, a una distanza di un paio di metri dalla battigia.

I carabinieri hanno sentito, a sommarie informazioni, le persone presenti sul posto a cominciare dalla stessa tata e dal bagnino, per passare al titolare dello stabilimento e ad altri bagnanti in quel momento in spiaggia che si sono prodigati prima per cercare il bambino, una volta che la baby sitter ha dato l'allarme, e poi per rianimarlo.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, sulla base delle dichiarazioni acquisite dagli investigatori, la tata stava giocando con i bambini. Avevano appena preso un granchietto e l'avevano messo in un secchiello. Era in quel momento l'attrazione dei bambini. Una foto di quella scena sarebbe stata inviata ai genitori del piccolo qualche istante prima della sparizione di Francesco. Forse potrebbe esser stata questa la circostanza a far distrarre la donna, ma questo dovranno chiarirlo gli accertamenti in corso anche, eventualmente, con l'analisi dei tabulati del cellulare, che è stato sequestrato.

La cinquantenne di Alatri, dopo aver scoperto l'assenza di Francesco, l'ha cercato ovunque anche al chiosco, temendo che il bimbo fosse tornato lì per prendere la biciclettina. Purtroppo, al contrario, il piccolo si è diretto verso il mare dove potrebbe essere scivolato per poi finire in acqua, in quei frangenti piuttosto torbida. Un particolare che ha impedito agli altri bagnanti di localizzare subito Francesco. A individuarlo è stato poi il titolare del lido. Una volta tirato fuori dall'acqua sono scattate tutte le manovre di soccorso con l'intervento della Croce rossa, di un medico che era in spiaggia, del 118 e anche di un'eliambulanza. Si è tentato di rianimare il bimbo per oltre mezzora, poi è stato portato all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Palidoro. Ma per il piccolo ogni tentativo di strapparlo alla morte è risultato vano. Una tragedia che ha sconvolto la famiglia di Francesco e tutti i familiari e conoscenti della coppia, anche in Ciociaria.

Ora, in attesa dei funerali, la famiglia si è rivolta all'avvocato Emanuele Boccongelli per tutelarsi, mentre i due indagati sono assistiti dagli avvocati Angelo Testa, Alessia Colonna e Marco Valerio Mazzatosta. Non è escluso che dopo i risultati dell'autopsia i due indagati possano essere riascoltati.