Era sopravvissuta alla terribile esplosione della fabbrica Bpd di bosco Faito a Ceccano e alla seconda guerra mondiale. Alla soglia dei 100 anni è scomparsa Antonietta Tiberia. Ieri nella chiesa di Santa Maria a Fiume i funerali alla presenza dei figli Angela e l'avvocato Calogero e dei quattro nipoti.

Il 4 agosto del 1942 un'esplosione colpì la fabbrica di munizioni, all'alba, proprio poco prima della fine del turno notturno. Un particolare che salvò la vita a molti operai in quel momento negli spogliatoi. Alla fine si contarono cinque morti, alcuni dei quali giovanissimi e diversi feriti. Tra questi ultimi anche Antonietta Tiberia, all'epoca operaia diciannovenne.

Antonietta quella notte non avrebbe dovuto esserci, ma accettò di cambiare il turno con una collega. L'esplosione la colse nella fabbrica e rimase gravemente ferita, perdendo un braccio. Antonietta venne operata a Milano. E durante la degenza in Lombradia conobbe il suo futuro marito.

«Mi trovavo a lavorare in quel preciso momento con altre 7-8 persone. L'esplosione mi scaraventò da una parte all'altra dello stanzone dove lavoravo - aveva raccontato qualche anno fa intervistata da Adriano Papetti sul sito unoetre.it - La tragedia avrebbe potuto avere un esito peggiore. Infatti, mancando pochi minuti al cambio del turno altre colleghe in quel momento si trovavano nei bagni a cambiarsi. Avere anticipato il fine turno ha salvato la loro vita».

Le vittime della strage furono cinque: Igino Ugo Ricci, di 34 anni, di Patrica, Lucia Corsi, 25, di Supino, Angela Marciesi di Isola del Liri, 16 anni, Ida Colasanti, di Frosinone, 17 anni, e Maria Incagnoli, di Ceprano, 18 anni.