Sei scippi tra tentati e consumati, quattro nonnine trascinate a terra e finite in ospedale. Nel mirino della questura di Frosinone è finita una "batteria" specializzata nel colpire anziane donne in uscita dai negozi o dai centri commerciali. Fatale l'ultimo colpo, quello di lunedì, che ha portato a tre arresti e a una denuncia.

Bloccati in flagranza dagli agenti delle volanti sono stati arrestati per il colpo del 20 giugno Michele Partigianoni, 44 anni, di Monte San Giovanni Campano e Daniele Sera, 36, di Fontana Liri, entrambi a Regina Coeli, e Claudio Paolucci, 18, di Isola del Liri, agli arresti domiciliari.
Il provvedimento restrittivo e i contenuti dell'operazione condotta dalle volanti e dalla squadra mobile di Frosinone sono stati resi noti solo all'indomani dell'udienza di convalida davanti al gup Antonello Bracaglia Morante.

Dal 12 giugno in diverse strade del centro di Frosinone e poi all'esterno di alcuni centri commerciali erano stati messi a segno quattro scippi più due tentativi. A preoccupare le forze dell'ordine la sfrontatezza con la quale i colpi sono stati messi a segno. Al che, per prima cosa, si è pensato a una banda di stranieri e poi a non residenti nel capoluogo che riuscivano a muoversi contando sul fattore sorpresa. Così, mentre a poco a poco si stringeva il cerchio, lunedì è scattato un nuovo allarme.
Prima un tentativo di scippo a De Matthaeis, denunciato da una donna (poi anch'essa refertata con sette giorni in ospedale) che allertava il 112 e segnalava una Volkswagen Golf di colore blu.

Poi quello consumato davanti al parcheggio del Lidl, sulla via Maria. Nello strappare la borsetta alla malcapitata, la donna veniva trascinata per sei-sette metri prima di lasciare la presa e cadere a terra. Anche questa signora doveva far ricorso alle cure dei sanitari dell'ospedale. Alla scena assisteva un militare della Guardia di finanza che, prontamente, dava l'allarme e si metteva sulle tracce dei fuggitivi, restando in collegamento con la sala operativa della questura che coordinava le operazioni. Informazioni utilissime per ricostruire tutti i movimenti della Golf, a cominciare da un incidente provocato sulla strada con tanto di ferimento del conducente del veicolo coinvolto. Nel giro di 4 minuti dalla nuova segnalazione le volanti si sono portate a ridosso della Golf.

Ma non solo, durante la fuga - così come ricostruito dagli investigatori della polizia - una quarta persona, per ora indagata a piede libero, avrebbe utilizzato la carta bancomat della rapinata per acquistare 12,50 euro di sigarette per poi dileguarsi, mentre nei pressi di un negozio di frutta e verdura al Giglio di Veroli - si sospetta - stava per scattare un altro assalto. L'inseguimento, comunque, è terminato con l'arresto dei fuggitivi, diretti verso Veroli, a Sant'Angelo in Villa. All'interno dell'auto sono stati sequestrati una serie di effetti personali appartenenti alla vittima. Inoltre, anche dalle telecamere di videosorveglianza sono stati tratti particolari utili all'identificazione degli autori dello scippo. Ora le indagini vanno avanti anche per gli altri quattro episodi con il forte sospetto che, considerato modus operandi, siano sempre gli stessi.

Tra l'altro, se dopo il colpo di via Po del 18 giugno, la banda aveva abbandonato l'auto usata, risultata rubata, lunedì è stata impiegata un'auto di proprietà. Il che è un'ulteriore dimostrazione della sicurezza con cui ormai si muoveva il gruppo. I pochi soldi racimolati, nelle borsette c'erano dai 50 ai 100 euro, secondo quanto ricostruito dagli uomini guidati dal questore Domenico Condello, dovevano servire ad acquistare crack. In base alla ricostruzione degli agenti delle volanti e della squadra mobile, guidati dai dirigenti Antonio Magno e Flavio Genovesi, prima di agire, venivano studiate nel dettaglio le vittime al punto da conoscerne i movimenti. Peraltro, in occasione del colpo costato l'arresto, l'azione è stata messa a segno in un giorno di festa, il 20 giugno era la festa dei patroni nel capoluogo, con molta più gente in giro.

Al momento sono stati contestati gli episodi di via Maria e di via Po. Nel corso della convalida dell'arresto, i tre, che sono difesi dagli avvocati Giuseppe Marino, Pamela Cioci e Lucio Marziale, e sono accusati di rapina impropria nonché di fuga e omissione di soccorso relativamente all'incidente, avrebbero sostanzialmente ammesso la ricostruzione dei fatti. All'esito degli esami, il gip ha confermato il carcere per Partigianoni e Sera, mentre per Paolucci, considerata anche la giovane età, sono scattati i domiciliari. Ma l'inchiesta, coordinati dal sostituto procuratore Alessandro Picchi, è ben lungi dall'essere completata. Verrà analizzato il materiale rinvenuto e sequestrato nelle autovetture, i telefonini così come eventuali tracce biologiche.

Resta il fatto che così tanti scippi a distanza in pratica di otto giorni non si verificavano da anni nel capoluogo (nell'estate del 2017 sette i colpi tra villa comunale e Sacro Cuore) e la cosa ha destato un certo allarme sociale. Da qui - ha rimarcato il questore Domenico Condello - la necessità di dare una risposta forte e tempestiva. «La risposta deve essere immediata - ha detto - così si fa capire alla gente che la percezione della sicurezza è concreta. Se la risposta tarda a venire, si può ingenerare una reazione opposta e una grande insicurezza nei cittadini. Devo ringraziare il personale che ha operato senza soluzione di continuità».