Cinque ministri per un problema solo: quello della transizione legata all'automotive. È accaduto al tavolo dell'auto di ieri al Mise, anche in vista dell'appuntamento di Bruxelles del prossimo 28 giugno sull'ambiente, dove il governo si è presentato in forza con cinque ministri: Giorgetti, Franco, Orlando, Giovannini e Cingolani. Un segnale importante a un settore che pesa per il 20% del Pil nazionale e ha un impatto occupazionale di oltre 1.200.000 lavoratori. Un lungo confronto, durato circa tre ore, alla presenza dei sindacati e delle maggiori aziende del settore. Intanto nello stabilimento Fca di Cassino si torna a lavorare col contagocce. Oggi la lastratura e verniciatura resteranno ferme. Sarà "comandato" il personale per esigenze tecnico organizzative che riceverà comunicazione individuale. Le altre unità lavorano regolarmente, ossia il montaggio.

Procedure da semplificare
La partita nazionale resta decisiva. E il sostegno governativo per l'automotive e per la transizione deve essere ben finalizzato e celere. «Per noi - dichiarano i segretari nazionali di Fim e Cisl - la sostenibilità ambientale deve camminare di pari passo con quella sociale e industriale. Bene la volontà illustrata dal governo di dotarsi di uno strumento legislativo per semplificare le procedure e consentire una facilità nell'utilizzo dei fondi stanziati, ma come Fim e Cisl riteniamo che i 7 miliardi di risorse non possono essere disponibili dal 2025. È necessario partire da subito, i grandi gruppi stanno determinando già da oggi le scelte per il futuro. Del resto lo stop ai motori endotermici al 2035, l'orientamento di molte case automobilistiche allo stop nel 2030 e alcune tendenze rispetto al 2027 legate al motore euro 7, evidenziano l'urgenza della tempistica. Per noi è indispensabile definire una cabina di regia tecnica, per orientare le linee indirizzo dei fondi stanziati sullo sviluppo della componentistica del futuro sia sul versante green, che per la digitalizzazione e la connettività».

Per il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e per il Segretario nazionale Cisl Giorgio Graziani servono politiche industriali sui semiconduttori, sull'elettronica e su tutto il fronte della componentistica. «È necessario poi intervenire su grandi produttori a partire da Stellantis per avere la garanzie che le produzioni della componentistica delle auto del futuro salvaguardino le realtà italiane.
È necessario poi definire strumenti adeguati di governo della transizione di tutela per i lavoratori coinvolti, sia sul fronte degli ammortizzatori, che quello della formazione professionale. Alcuni primi interventi sono stati fatti ma devono essere rafforzati ulteriormente per evitare licenziamenti. Condividiamo la proposta di avere a disposizione il Fondo Sure per finanziare gli ammortizzatori sociali per la transizione». E il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti al termine del tavolo sull'Automotive ha ribadito la necessità di «mettere in campo strumenti interessanti che accompagnino la filiera nel percorso di transizione».