Un'associazione criminale con base operativa a Frosinone e ramificazioni in Slovenia, Croazia, Slovacchia e Romania per la commissione di reati di natura fiscale, di falso, di riciclaggio e autoriciclaggio, tentata estorsione, indebita percezione di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori. Sono le accuse che la procura di Frosinone contesta a un gruppo di 25 persone (più altre quattro cui non è attribuita l'associazione), oggetto di un'ordinanza di custodia cautelare che porta la firma del gip del tribunale di Frosinone Ida Logoluso.
Il magistrato, in accoglimento delle richieste avanzate dai pm di Frosinone, guidati dal procuratore Antonio Guerriero, sulla base delle indagini che il Nucleo di polizia economico-finanziaria della la Guardia di finanza di Frosinone, diretta dal colonnello Cosimo Tripoli, ha portato avanti dal 2016, in prosecuzione di una precedente inchiesta, ha disposto la custodia cautelare in carcere a carico di Arturo Salvatore Di Caprio detto John, 55 anni, di Maddaloni, residente a Cassino (attualmente all'estero) e di Michele Posillipo, 47 anni, di Maddaloni, residente a Cassino, nonché l'obbligo di dimora nei confronti di altre sette persone (i figli di Di Caprio Vitaliano, Tecla Alessandra e Pasquale, Filippo Sabene, 30 anni, di Anagni, Francesco Gozzolino, 38, di Valle di Maddaloni, Giuseppe Valeri, 51, di Castel Viscardo e Klaudia Rama, 27, albanese di Itri) nonché il divieto di esercitare l'attività professionale di ragioniere commercialista e di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche operative nel suo settore professionale per 12 mesi a carico di Nicola Martina, 48, di Cassino.
Secondo le accuse della procura, «al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale» avrebbero «attribuito a numerose "teste di legno" la titolarità di 23 società (delle quali ben 7 aventi sede all'estero), operanti prevalentemente nel settore del trasporto merci su strada, della vendita all'ingrosso di alimenti e bevande nonché in quello alberghiero». Le misure cautelari sono state seguite in diverse province (Frosinone, Roma, Latina, L'Aquila, Napoli, Caserta, Salerno, Grosseto, Terni, Bologna, Torino, Novara, Venezia e Treviso, oltre che in Slovenia, Croazia e Romania).
Le indagini - come ricostruisce la nota della procura frusinate - nascono «a seguito dell'acquisizione di un importante asset aziendale di un noto imprenditore locale operante nel settore della logistica, e sono state condotte facendo ricorso oltre che ai tradizionali metodi investigativi (osservazione, pedinamenti, escussione di soggetti informati ed analisi di documentazione), anche ad attività tecniche (analisi di tabulati telefonici, intercettazioni ambientali e telematiche), oltre che ad accurati riscontri sulle banche dati in uso alla Guardia di finanza». Uno degli imprenditori che avrebbe subito l'acquisizione, secondo la ricostruzione degli investigatori, si sarebbe poi suicidato.
Tra i reati contestati un finanziamento coperto da garanzia statale per 1.200.000 euro (per 25 trattori e 58 rimorchi) nell'ambito del fondo di garanzia per il decreto Covid dietro produzione di un contratto postdatato, l'emissione di fatture per oltre 10 milioni di euro, dichiarazioni d'intento, ipotizzate fittizie, di esportazioni delle merci per eludere l'Iva sugli acquisti e praticare prezzi di vendita inferiori a quelli di mercato. Inoltre nel corso delle investigazioni sono state individuate due case di appuntamento a Frosinone con l'utilizzo di donne straniere. Sono stati sottoposti a sequestro quote di trenta società per 1,2 milioni di euro, 118 conti correnti, 68 rimorchi stradali, 32 trattori stradali, 5 terreni, 2 capannoni industriali e 5 abitazioni di pregio, 38 autovetture e 2 imbarcazioni. Disposto il sequestro preventivo fino a concorrenza dell'importo di1,2 milioni di euro di beni nei confronti della Sagi srl, nonché di 6.105 euro perla Girolami srl e di 36.367euro della Logtec srl, nonché di 455.851 euro a carico della Vordom srl, di 335.274 euro per la Pleasure srl, di 108.340 euro per la Mondo 50 srl, di 68.589 euro per la Ge.Co. 50 srl.
«Si evidenzia - si legge nella nota del procuratore Guerriero - l'importanza dell'indagine in quanto si descrivono le attività di alcuni imprenditori che effettuano rilevanti attività nel settore della logistica (trasporto merci) attraverso l'acquisizione vantaggiosa di imprese in grosse difficoltà economiche, mediante prestanomi, poi utilizzate per effettuare una serie di attività che, nella ordinanza del gip di Frosinone, si ipotizza essere illecite ed a scapito delle altre imprese che operano legalmente». Secondo quanto descrive il gip nell'ordinanza, Arturo Salvatore Di Caprio viene identificato «costitutore, promotore, capo e organizzatore del sodalizio, dominus delle società ad esso riconducibili» il quale «stabilisce e alimenta costantemente il programma dell'associazione, all'uopo determinando anche le necessarie movimentazioni finanziarie e gli investimenti da effettuare, anche al di fuori del territorio nazionale, assume in prima persona le decisioni inerenti le attività delittuose da intraprendere, impartisce ogni direttiva imponendo le strategie operative agli altri compartecipi, ai quali affida specifici incarichi per la realizzazione delle ridette attività, stabilendone ruoli e funzioni anche nell'ambito delle persone giuridiche costituite ad hoc».
Posilippo, anch'egli ritenuto «promotore e organizzatore dell'associazione» è descritto nell'ordinanza quale «braccio destro (e nipote) del Di Caprio», nonché risulta «amministratore di diritto della Sagi spa, della Girolami srl e della Gir Trasporti srl, attraverso le quali trasportava le merci acquisite fraudolentemente e verso le quali concorreva nel farvi riconfluire parte dei profitti illeciti conseguiti; si avvale dell'opera del contabile Nicola Martina, con il quale intrattiene frequenti contatti per la complessiva gestione contabile, funzionale alle finalità illecite del sodalizio, delle società del gruppo; nello specifico si occupa di curare i rapporti con gli istituti di credito».