Coldiretti Lazio ha inviato alla Regione nelle scorse ore la richiesta dello stato di calamità a causa della forte crisi idrica, che si appresta a superare livelli mai registrati dall'inizio del secolo scorso. La federazione regionale chiede un confronto sul tema. Le nostre campagne, così come le città, sono assediate dalla siccità, che costringe a razionamenti per i terreni agricoli, già avviati a Frosinone e Latina, dove l'erogazione per i terreni viene sospesa tutti i giorni dalle ore 12 alle 18 e per l'intera giornata del mercoledì nel frusinate e la domenica per alcuni impianti a Latina.

«Una situazione che comporta un aggravio di costi per le aziende agricole - spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri - che sono costrette ad utilizzare motori a pompe elettriche e dunque a consumare gasolio, in un momento in cui i costi per il caro carburante e il caro energia sono lievitati. Tutto questo sta portando sul lastrico le nostre aziende, già in difficoltà per la crisi economica determinata dalla pandemia e l'aumento dei costi delle materie prime, insieme ad una serie di problemi che nel Lazio stanno mettendo in ginocchio alcune attività, come gli allevamenti suinicoli alle prese con la peste suina. Un problema che si ripercuote anche sulle aziende zootecniche. Rischiamo di compromettere comparti fondamentali per la nostra economia e posti di lavoro».

Gli agricoltori quest'anno sono stati costretti ad anticipare le irrigazioni di 40 giorni per consentire la semina su terreni aridi. Da inizio anno nel Lazio sono caduti circa 100 millimetri di acqua, contro gli oltre 350 di media degli ultimi 16 anni. Una situazione drammatica che porta al taglio dei raccolti, in un momento in cui il Paese avrebbe bisogno di tutto il suo potenziale alimentare.