Il Riesame dice no alla scarcerazione di Pietro Ialongo. L'uomo, arrestato il 3 maggio con l'accusa di aver ucciso la sua ex fidanzata Romina De Cesare in un appartamento di via del Plebiscito a Frosinone, resterà in carcere in attesa degli sviluppi dell'inchiesta che la procura di Frosinone sta conducendo. L'avvocato di Ialongo, Vincenzo Mercolino, nell'istanza presentata al tribunale delle libertà aveva proposto una misura alternativa al carcere, gli arresti domiciliari in una Rsa o gli arresti domiciliari in un'abitazione diversa da quella di Cerro al Voturno, il paese in provincia di Isernia dal quale provenivano i due ex fidanzati. Tuttavia, i giudici hanno ritenuto esistenti le esigenze cautelari alla base dell'ordinanza adottata dal gip di Frosinone dopo quella provvisoria emessa a Latina, visto che Ialongo era stato fermato a Sabaudia.

Ialongo, peraltro, nel primo interrogatorio, subito dopo il fermo, aveva ammesso le sue responsabilità per il delitto. Poi, una volta che Mercolino aveva assunto la difesa, nel secondo interrogatorio Ialongo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel frattempo, le indagini condotte dalla procura di Frosinone attraverso la squadra mobile sono andate avanti. A Ialongo è contestato l'omicidio volontario di Romina che domenica avrebbe compiuto 36 anni. Diversi anche gli incidenti probatori effettuati per cristallizzare le prove. L'ultimo in or dine di tempo ha riguardato l'auto della vittima. Si tratta della vettura a bordo della quale Ialongo ha lasciato Frosinone per dirigersi verso il mare con intenti suicidi, almeno stando a quanto da egli dichiarato nel corso del primo esame. Un nuovo sopralluogo, una decina di giorni fa, era stato effettuato nell'appartamento di via del Plebiscito, il luogo del delitto e dove i due ragazzi convivevano.

In precedenza, sempre con la formula dell'incidente probatorio, con l'ausilio di un interprete erano stati sentiti tre cinesi, compresi i due vicini di casa di Romina. L'obiettivo in quel caso era capire se e cosa avessero sentito la notte in cui gli ex fidanzati avrebbero discusso fino all'epilogo con Ialongo - sulla base di quanto ricostruito finora - che avrebbe prima cercato di strangolare Romina per poi colpirla con una serie di coltellate con un'arma, che la stessa ragazza gli aveva regalato durante il loro soggiorno a Parigi.

Un ulteriore incidente probatorio è stato quello di estrapolare il Dna dalle tracce biologiche presenti nell'appartamento, sui vestiti nonché sull'automobile e i dati dai telefonini (posto che nell'interrogatorio Ialongo aveva dichiarato di averli staccati già nel pomeriggio del 2 maggio). E non è escluso che l'avvocato Mercolino ora possa richiedere un nuovo incidente probatorio alla luce di alcune testimonianze che intenderebbe acquisire per ricostruire le giornate precedenti il delitto e i rapporti tra i due ex fidanzati che, pure, avevano deciso di continuare a vivere insieme nel centro storico di Frosinone.