Roma chiama, la Ciociaria risponde. Avviati l'altro ieri i primi contatti, i rifiuti romani possono prendere l'autostrada in direzione della Saf di Colfelice a causa dell'incendio del Tmb di Malagrotta. In Ciociaria, a regime, potrebbero arrivare 300 tonnellate al giorno, che sarebbero trattati per essere avviati a smaltimento altrove, in assenza di una discarica in Ciociaria. Secondo quanto emerso ieri, l'impianto di Malagrotta potrebbe restare chiuso un anno.

Logico che Comune di Roma, Ama e Regione stiano valutando tutte le alternative, nel Lazio come altrove, per lo smaltimento dell'indifferenziato della capitale. Il presidente della Saf Lucio Migliorelli afferma: «Siamo in contatto con Ama, Città di Roma Capitale e Regione Lazio in ordine all'emergenza derivante dal gravissimo incendio divampato presso gli impianti di Malagrotta nella giornata di ieri». Il punto è che già la Ciociaria qualcosa sta facendo, ovvero ricevere, in condizioni di normalità, 200 tonnellate al giorno di rifiuti romani.

Mercoledì alla Saf è arrivata un'ulteriore richiesta per 100 tonnellate quotidiane. E la Saf è per il sì. «Ci è stata avanzata una richiesta per la lavorazione, per il tempo necessario e strettamente legato alla risoluzione dell'emergenza a Roma, di ulteriori quantitativi rispetto alle attuali 200 tonnellate al giorno, che però saranno legati alle disponibilità di impianti di chiusura del ciclo ubicati al di fuori dei confini provinciali - continua Migliorelli - Se ci saranno le condizioni Saf darà ulteriore supporto al fine di evitare rischi di emergenza nella Capitale. Chiaramente, tengo a sottolineare che lo smaltimento di questi rifiuti avverrà solo fuori la provincia di Frosinone non essendoci più una discarica sul nostro territorio. Di questi scarti lavorati, quindi, non resterà niente in provincia».

Migliorelli spiega ancora: «La Saf è un'azienda pubblica che non può tirarsi indietro in caso di rischi per la salute e l'igiene pubblica, ovviamente con l'unico obiettivo di non mettere mai a rischio la situazione del territorio ciociaro. Stiamo pur sempre parlando della capitale che è l'occhio dell'Italia nel mondo e che si trova ad affrontare una grave crisi in un quadro di per sé critico. Daremo, nel limite del possibile e per un tempo limitato, il nostro contributo nell'assoluto rispetto delle normative vigenti. Aspettiamo una convocazione per valutare il quadro di insieme».

L'incendio di Malagrotta oltre alle conseguenze ambientali prodotte, preoccupa e non poco. Non sarà, infatti, facile trovare altri sbocchi ai rifiuti romani, considerato che Malagrotta ospitava 900 tonnellate di indifferenziato al giorno. Diverse le ipotesi al vaglio, una di queste porta al tritovagliatore di Rocca Cencia, che potrebbe veder raddoppiata la quota di rifiuti che già riceve. Per il resto si pensa anche a riaprire un altro impianto Tmb, quello di Guidonia attualmente chiuso. Un'altra possibile destinazione è il Tmb di Aprilia. Per non parlare poi delle mete fuori regione con notevole aggravio dei costi. Ovviamente ci saranno anche gli aspetti giudiziari della vicenda: la procura di Roma affiderà una super consulenza per determinare le cause del rogo che ha colpito l'impianto Tmb 2 e i rifiuti presenti in due capannoni. I vigili del fuoco hanno continuato a lavorare sull'incendio per la bonifica dei siti anche ieri.

Intanto, parole del sindaco Roberto Gualtieri, «è stato evitato un vero e proprio disastro ambientale». Gualtieri ringrazia i vigili del fuoco. Ovviamente sono scattati i provvedimenti conseguenti, con chiusure di scuole e centri estivi e il divieto delle attività all'aperto in un raggio di sei chilometri. Vietato anche il consumo di alimenti prodotti nei pressi dell'area interessata dall'incendio. L'Arpa e l'Asl, invece, monitorano la qualità dell'aria.