«Qualsiasi potere ha un limite di controllo». Ha esordito così il procuratore di Frosinone Antonio Guerriero davanti a una platea di giornalisti e avvocati impegnati ad assistere a un corso di aggiornamento professionale, ieri mattina nel tribunale di Frosinone. L'evento, intitolato "Querele e minacce, come difenderci" è stato promosso dal sindacato dei giornalisti Stampa romana, dall'ordine degli avvocati di Frosinone e dall'associazione Ossigeno per l'informazione con gli interventi dei giornalisti Marina Testa, Giuseppe Mennella, Giovanni Del Giaccio e Lazzaro Pappagallo, segretario di Stampa romana, e dell'avvocato Andrea Di Pietro. Nell'introduzione alla conferenza, il procuratore Guerriero, portando i suoi saluti, argomenta: «La Costituzione assegna alla magistratura un controllo del potere e i giornalisti sono il cane da guardia del potere».

Tuttavia, il procuratore evidenzia come «entrambi i sistemi sono in crisi» in questo momento storico. Da una parte Guerriero ravvisa l'intervento della politica «non per risolvere il problema ma per incidere sulla credibilità, l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Anche il giornalismo è in crisi. So che cosa era il ruolo del giornalista 40 anni fa e quello che è oggi e le difficoltà che ci sono. Noi abbiamo bisogno di giornalisti e magistrati liberi e indipendenti. Altrimenti non c'è democrazia. Se non diamo un limite al potere, il potere degenera. La tutela dell'autonomia è fondamentale». Inevitabile un passaggio sulle fake news. Dice Guerriero: «Abbiamo la necessità di evidenziare il ruolo del giornalista. Noi abbiamo un'inondazione di notizie, ma quando c'è un'inondazione l'acqua è inquinata.

L'informazione è inquinata dalle fake news. La rete non ha un controllo. Non ha il controllo che ha il direttore di un giornale. Noi abbiamo il ruolo di denunciare i divulgatori di fake news. Se le informazioni sono inquinate, anche la valutazione dei cittadini è inquinata». Altro tema quello della deontologia professionale. «Prima della legge c'è la deontologia professionale, nostra e dei giornalisti - rileva Guerriero - I principi etici vengono prima delle norme». Ma, con un pensiero ai giovani, «i principi deontologici vanno sentiti, non imposti», osserva ancora il procuratore. E qui il magistrato introduce il tema della differenza tra giustizia e legalità e dell'importanza di sentire «giusta la legge». Altro argomento d'attualità i rapporti tra il mondo della magistratura e quello dell'informazione.

Guerriero sottolinea la «trasparenza» come linea guida nel diffondere le notizie delle indagini: «Decidiamo se delegare alle forze dell'ordine di divulgare le notizie. Ma nessuno pregiudizialmente è indicato come responsabile. La persona è indagata, non responsabile. Ho vietato alle forze dell'ordine l'uso dell'espressione responsabile». Venendo al cuore dell'a r g omento: «Non ci può essere bavaglio per i giornalisti. Molto spesso il potere cerca di attaccare il giornalista soprattutto se è un giornalista scomodo». Ma c'è modo e modo per rappresentare i fatti. Evidenzia il procuratore: «Dobbiamo stare attenti alle parole. Lo stesso concetto si può dire in modo non offensivo. Il denunciante molte volte si attacca all'espressione. C'è l'ironia e con l'ironia il giornalista può dire quello che vuole».