Il giallo della pistola: prima scompare dall'armadietto blindato dei vigili urbani e dopo otto mesi rispunta fuori in municipio. L'arma è stata ritrovata mercoledì da una dipendente del Comune. L'ha rinvenuta in una stanza buia, al piano terra del palazzo municipale, in uno spazio utilizzato come archivio dall'ufficio anagrafe che ospita documenti e registi risalenti al secolo scorso. L'impiegata è entrata nella stanza alla ricerca di un documento datato e dietro una scatola ha visto la pistola. Dopo un primo momento di comprensibile stupore, la dipendente ha subito avvertito del ritrovamento le forze dell'ordine.

Una volta consegnata l'arma alle autorità competenti sono partire le verifiche, all'esito delle quali si è appreso che l'arma in questione è proprio quella che mancava all'appello dall'armadietto dei vigili urbani dallo scorso anno. È proprio la pistola Beretta 92 in dotazione alla polizia locale che si cercava dal 2021. I carabinieri si sono occupati di mettere al sicuro l'arma sulla quale verranno ora eseguiti gli accertamenti del caso, dato che c'è in piedi una denuncia alla Procura della Repubblica di Cassino. Si proverà a rilevare eventuali impronte digitali per capire chi ha maneggiato la pistola. La notizia del ritrovamento dell'arma ha fatto rapidamente il giro del paese.

Sono in molti a considerare strano che a distanza di mesi l'arma salti fuori tra scaffali, faldoni, registi e vecchi documenti. La domanda che da ieri ci si pone è: chi ha messo la pistola in quella stanza e per quale ragione? Sulla sparizione della pistola il Comune ha sempre tenuto un profilo di riservatezza. Lo scorso anno il sindaco Renato Rea si limitò a dire che si affidava alle indagini delle forze dell'ordine. «I carabinieri sono al lavoro, stanno facendo le indagini e mi hanno pregato di avere il massimo riserbo per evitare depistaggi», disse allora Rea. Oggi il primo caso, quello della sparizione, appare risolto. Ma non il secondo: chi ha nascosto lì la pistola?