Omicidio di Gabriel Feroleto, non si andrà in Cassazione. Prima la decisione della mamma del piccolo ucciso a due passi da casa di rinunciare, poi la decisione dell'inammissibilità per il padre Nicola che aveva fatto ricorso a un concordato in appello per "scongiurare" l'ergastolo in primi grado. E, nelle ultime ore, dopo le istanze già presentate dalle difese della madre e del fratello di Donatella - rappresentati dagli avvocati Alberto Scerbo e Giancarlo Corsetti la consapevolezza che il dissequestro è ormai vicino. Questioni burocratiche e adempimenti (ultimi) permettendo.
La Corte d'appello d'assise di Roma accogliendo le richieste dei legali della mamma del piccolo Gabriel, aveva ritenuto le attenuanti equivalenti alle aggravanti: con la scelta del rito, dunque, era passata da 30 a 16 anni di reclusione. Anni che, stando alle ultime volontà espresse, ha deciso di scontare senza ricorrere in Cassazione. Per il padre Nicola, invece, la Corte d'assise di Roma aveva accolto il concordato proposto dall'avvocato Pasquale Cardillo Cupo: per il padre del piccolo Gabriel 24 anni di reclusione.
Con il consenso della Procura generale e della Procura della Repubblica di Cassino, concedendo all'imputato la riduzione della pena, Nicola Feroleto era passato, dunque, dall'ergastolo (deciso in primo grado) a 24 anni di reclusione. E per lui non sarà possibile andare in Cassazione. Divenuta, dunque, irrevocabile la sentenza a carico dell'imputato si potrà procedere con il dissequestro dell'immobile dove il piccolo viveva con la nonna, la bisnonna, la madre e lo zio. Quella casa col tetto in lamiera che era stata per Gabriel tutto il suo mondo. E la sua felicità.