Processo Mollicone, si torna in aula dopo due settimane di stop. E si "stringe il cerchio". Dopo l'escussione di alcuni testimoni sono state indicate le date delle ultime udienze e quelle dedicate alle discussioni: il 27 e il 29 giugno.
poi il 1° luglio. Si parte con quella del pubblico ministero. Entro la prima decade di luglio, massimo metà del mese, dunque, è attesa la sentenza di primo grado.

«Una delle prime piste seguite riguardava i familiari. Ed era doveroso seguirle per noi investigatori. Chiaramente non uscì nulla e andammo su altre piste. In primis c'era quella che portava a Marco Mottola, ma il confronto con Simonetta Bianchi diede esito negativo così come gli accertamenti con il luminol sulla sua auto. Così cessammo ogni attività investigativa su di lui». A spiegare le attività svolte sul figlio del comandante della caserma di Arce e sul perché la procura di fatto non chiese proroghe è stato il questore Cristiano Tatarelli, allora a capo della Squadra mobile della Polizia di Stato.

«Non c'erano indicazioni chiare su Marco Mottola né su Belli e neppure su Fioretti. Erano notizie che arrivavano e le verificavamo» aggiunge. Il pm Siravo incalza su date e attività: «L'ispezione a Marco Mottola venne eseguita nello stesso giorno di quella poi effettuata a Carmine Belli. Ricorda?». Anche la macchina in uso al carrozziere di Arce fu negativa al luminol ma al suo interno venne trovato un tagliandino, quello famoso del dentista, che insieme alle buste dell'Eurospin divennero la "prova regina". Poi risultata fallace, vista pure l'assoluzione piena di Belli in tutti i gradi di giudizio.

Ascoltata poi anche un'amica di famiglia di Santino Tuzi, Annamaria, che ha escluso in aula di essere stata in qualche modo a conoscenza di confidenze di Santino sulla presenza di Serena in caserma. Ancora in aula la testimonianza di Simone Grimaldi, che all'epoca aveva poco meno di 8 anni: comprensibili i "non ricordo" in relazione alla testimonianza vent'anni fa della presenza di Serena fuori da un bar. Un ricordo "sfocato" dal tempo.

Ascoltata anche la dottoressa che eseguì l'ortopanoramica alla studentessa: Serena le disse che avrebbe dovuto consegnarla al dentista in tempi stretti, ma questo era impossibile. Così il referto rimase a lungo nel cassetto. Non è comparso in aula, invece, il medico legale Antonella Conticelli che eseguì l'autopsia sul corpo della vittima: ha presentato un certificato. E la difesa dei Mottola ha rinunciato ad ascoltarla chiedendo che vengano acquisite le dichiarazioni rese nel processo Belli.

Una ricostruzione, la sua, che collocherebbe la morte di Serena ben oltre il lasso temporale indicato invece dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo. Si torna in aula venerdì. Poi ancora il 15 e il 17 giugno, date in cui si attendono i consulenti: il professor Lavorino e il medico legale Bolino.