Un quarantatreenne, artigiano, residente a Frosinone, è finito a processo con l'accusa di maltrattamenti. Ma da quell'accusa è stato assolto con la formula "perché il fatto non sussiste". Era stato accusato di aver picchiato in più occasioni l'ex compagna, una donna di origine romena con cui ha convissuto per circa tre anni. Quando è finitala storia tra i due, lui è stato denunciato dalla donna ed è finito nei guai. Giorni fa, come detto, per il frusinate, difeso dall'avvocato Nicola Ottaviani, l'assoluzione. Il pm aveva chiesto due anni e sei mesi.

La ricostruzione
Stando a quanto ricostruito, i due si sarebbero lasciati a seguito dei continui litigi. Lui, sempre stando alle accuse, sosteneva che la donna avesse un'altra relazione. Proprio dopo la fine della loro storia è scattata la denuncia per maltrattamenti in famiglia. La donna ha accusato il frusinate di averla picchiata e insultata ripetutamente. Durante il processo sono state ascoltate la sorella e la madre della ragazza, le quali avrebbero sostenuto di non aver ricevuto particolari confidenze dalla giovane durante la loro relazione, ma di essere venute a conoscenza delle presunte violenze quando si sono lasciati. In modo particolare la madre avrebbe riferito che la figlia non aveva mai presentato denuncia perché temeva ritorsioni nei confronti della famiglia. Nel corso dell'istruttoria aveva poi aggiunto che la figlia era stata colpita con un coltello sia alla testa, sia alla mano. Ma dalla querela presentata dalla vittima, risultava che non fosse stata colpita, ma minacciata con il coltello. Un altro particolare è emerso durante il processo. Sia la madre, sia la sorella hanno sostenuto che l'uomo impediva loro di entrare in casa, ammettendo poi invece di aver trascorso il primo Natale di festa insieme. Il presidente del tribunale ha accolto la tesi difensiva dell'avvocato Ottaviani, relativamente all'assenza di certezza in ordine ai profili che si erano realizzati fino a quel momento.