Autotrasportatore precipita con l'auto dal cavalcavia e muore: assolto il direttore del consorzio Asi di Frosinone, Claudio Ferracci, da ogni accusa. Il pm Marra chiede due anni ma per il gup di Cassino il fatto non costituisce reato. I familiari di Antonio Gerilli annunciano di voler andare avanti su un piano civilistico. Forte l'amarezza: «Nessun colpevole per il tragico volo dal cavalcavia di Antonello». La procura, lo ricordiamo, aveva chiesto il processo per il direttore del Consorzio proprio in relazione alla morte di Antonello Gerilli, l'autotrasportatore di 58 anni di Villa Santa Lucia deceduto dopo un volo di tre metri con l'auto nell'ottobre del 2019 dal cavalcavia di Piedimonte.
Nei confronti del sindaco di Piedimonte, Gioacchino Ferdinandi, la procura aveva invece sin da subito chiesto l'archiviazione. A due anni esatti dal tragico incidente si era tenuta l'udienza che di fatto aveva aperto il processo: la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio stradale del pm Rubolino, a conclusione delle indagini preliminari, era stata avanzata solo nei confronti di Ferracci, 56 anni, di Frosinone, in qualità di direttore Asi. Per Studio3A-Valore Spa (che assiste la famiglia della vittima) il punto cruciale sarebbe legato proprio ai dispositivi di trattenuta del cavalcavia.
Un decesso istantaneo, quello di Gerilli, da porsi «in nesso causale diretto con il grave politrauma contusivo-fratturativo secondario all'incidente e la conseguente insufficienza cardio-respiratoria acuta» aveva concluso il dottor De Giorgio, docente di Medicina legale dell'Università Sacro Cuore di Roma. Per Ferracci sarebbe il Comune ad aver avuto in carico il cavalcavia e a essere quindi responsabile dell'incidente, ribadendo la sua totale estraneità. Quindi la discussione davanti al gup e il rinvio a giudizio. Poi la richiesta di un abbreviato discusso mercoledì. Il pubblico ministero (a cui intanto il fascicolo è stato assegnato), il sostituto Marina Marra, ha chiesto una pena di due anni per il direttore. «Per la condanna si è battuto anche l'avvocato Vincenzo Cortellessa che assiste i familiari di Gerilli con Studio 3A» fanno sapere da Studio 3A.
Il giudice ha ritenuto preminente il "ragionevole dubbio" «circa un suo profilo di colpa soggettivo messo in evidenza dai difensori dell'imputato, che hanno sostenuto come la gestione di fatto del ponte fosse in capo al Comune» aggiungono. L'amarezza e la causa civile Comprensibile l'amarezza dei familiari: in aula c'era uno dei fratelli, che si è costituito parte civile. Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni e, dopo averle vagliate, Studio3A e l'avvocato Cortellessa decideranno come agire, ma la formula dell'assoluzione, che non contesta il fatto «rappresenta una base solida per proseguire la battaglia in sede civile, per ottenere un equo risarcimento per i congiunti, sin qui negato da Asi e dalla sua compagnia d'assicurazioni Generali ma anche per rendere un po' di giustizia ad Antonello Gerilli - affermano da Studio3A - Senza contare poi l'auspicio che la Procura, analizzate a sua volta le motivazioni, decida di appellare la sentenza o di andare fino in Cassazione».