Medici legali a confronto per fare luce sulla morte, in piscina, al Virgilio Grand Hotel di Sperlonga, della tredicenne frusinate Sara Francesca Basso. Nuova udienza davanti al giudice Giovanni Valentini del tribunale di Latina, nel processo a carico delle tre persone, accusate di omicidio colposo, per la morte, avvenuta a luglio del 2018, della ragazzina. Sotto accusa ci sono Francesco Saverio Ermini, ex proprietario dell'albergo, Mauro Di Martino, rappresentante legale della società che gestisce la struttura e Ermanno Corpolongo, costruttore della piscina. L'udienza è stata interamente dedicata ad ascoltare i consulenti medici che, all'epoca, presero parte all'esame autoptico.

Sono stati sentiti, nell'ordine, i dottori Augusto Canali, incaricato dalla parte civile, Stefania Urso, per il pubblico ministero, e Daniela Lucidi per la difesa. Sulle cause della morte c'è stata uniformità di giudizio: la ragazza è morta per asfissia a seguito di annegamento. Evidenziato come sul corpo della ragazza, e in modo particolare su una coscia, sia stato individuato un ematoma di circa 35 centimetri provocato dal bocchettone d'aspirazione nel quale rimase incastrata Sara Francesca. Inutilmente quattro persone si gettarono in acqua nel tentativo di staccarla.

La difesa ha cercato di introdurre un altro argomento, ovvero la possibilità che la bagnante si fosse sentita male dopo aver mangiato, circostanza che la procura esclude essendosi verificato l'incidente nel tardo pomeriggio. Su accordo delle parti sono state acquisite le testimonianze rese nell'immediatezza dei fatti dalla madre, per evitarle lo strazio di dover ripercorrere quei terribili momenti in aula, e di un turista australiano, per il quale sarebbe stato estremamente complicato farlo venire appositamente dall'altra parte del mondo per una testimonianza. L'udienza è stata quindi aggiornata al 7 settembre per sentire gli ultimi tre testi indicati dal pubblico ministero. In aula, il collegio difensivo è composto dagli avvocati Vincenzo e Matteo Macari e Massimo Signore, mentre gli avvocati Calogero Nobile e Maria Minotti rappresentano i genitori della vittima, costituitisi parte civile.