Dopo i telefonini e il Dna, ci sarà un altro incidente probatorio nell'inchiesta sull'omicidio di Romina De Cesare. L'obiettivo è avere un quadro il più completo possibile in modo da cristallizzare le prove da portare in giudizio contro Pietro Ialongo, 38 anni, l'ex fidanzato della vittima, 36 anni, agli arresti con l'accusa di omicidio volontario sulla base dell'indagine condotta dalla squadra mobile. L'8 giugno, infatti, saranno ascoltati tre studenti cinesi, vicini di casa di Romina e Pietro in via del Plebiscito. I due, originari di Cerro al Voturno, da tempo si erano trasferiti nel capoluogo. La necessità della procura di Frosinone, che ha chiesto e ottenuto la nuova misura contro Ialongo dopo quella provvisoria emessa a Latina nell'immediatezza dei fatti, di sentire subito i cinesi è legata al fatto che potrebbero tornare nel Paese d'origine il che potrebbe rendere complicato sentirli.

Si tratta del terzo incidente probatorio dopo quelli che sono stati affidati, nel corso dell'udienza davanti al gip di Frosinone Antonello Bracaglia Morante e al pubblico ministero Barbara Trotta che coordina le indagini condotte dalla Mobile, guidata dal dirigente Flavio Genovesi. Venerdì, sono stati affidati l'incarico per ricostruire la scena del crimine e trovare tracce di Dna all'interno dell'appartamento di via del Plebiscito, dove è avvenuto l'omicidio, sugli abiti sequestrati e sull'auto di Romina, nonché quello di estrapolare i dati dei telefonini di Romina, di Pietro e anche di uno dei vicini di casa. Per quanto riguarda l'esame del Dna, che inizierà domani, la procura ha incaricato a titolo individuale un ufficiale dell'Arma, mentre la famiglia De Cesare, rappresentata dall'avvocato Danilo Leva, ha incaricato lo stesso consulente medico che ha seguito l'autopsia. Pietro Ialongo si è affidato per la difesa all'avvocato Vincenzo Mercolino.

La speranza è che dai telefonini possa saltare fuori qualcosa di utile alle indagini, soprattutto sui rapporti che c'erano negli ultimi tempi tra i due ex fidanzati. Il sospetto è che ci siano state delle liti e che di queste qualcosa possa essere stato registrato. Si punta, dunque, a trovare negli apparecchi degli audio e dei messaggi a comprova di questi litigi tra i due ex fidanzati che, pure, ancora condividevano lo stesso appartamento. L'8 giugno, invece, l'altro incidente probatorio servirà a sentire tre studenti cinesi che vivono in via del Plebiscito. Con l'assistenza di un interprete si cercherà di capire se i vicini di casa hanno sentito qualcosa prima che succedesse la tragedia. Ma soprattutto se hanno captato qualcosa nei momenti in cui Pietro Ialongo, secondo quanto dallo stesso confessato, prima cercava di strangolare e poi accoltellava mortalmente Romina De Cesare.

Ialongo, infatti, nel primo interrogatorio, quello reso davanti ai pubblici ministeri di Latina e Frosinone, la notte stessa della scoperta del cadavere, aveva ammesso le sue responsabilità affermando di aver colpito Romina con diverse coltellate, usando il coltello che lei gli aveva regalato a Parigi, non prima di aver cercato di strangolarla. Quindi c'era stata la fuga di Ialongo sull'auto di Romina. Proprio l'auto potrebbe esser uno dei motivi del litigio, in quanto intestata a Romina Ialongo rivendicava la restituzione dei soldi che lui - come ha sostenuto - avrebbe sborsato. Una volta allontanatosi da via del Plebiscito Ialongo ha dichiarato di aver cercato di uccidersi prima gettandosi nel Cosa, poi al mare dove è stato fermato.