«La mamma mi ha invitato a mangiare le fettuccine». Finirà così, davanti a un bel piatto della tradizione culinaria ciociara, la storia degli insulti razzisti a una consigliera comunale di Milano, Sumaya Abdel Qader, da parte di un frusinate di 32 anni, accusato della violazione della legge Mancino. Lui avrà una seconda opportunità con la messa alla prova, lei, infatti, lo ha già perdonato, chiedendogli di cambiare. Dopo i post razzisti sul web e la denuncia della donna, all'epoca consigliera comunale a Milano, a Frosinone si è aperto un procedimento penale. Giovedì, per la prima volta, vittima e imputato si sono potuti guardare negli occhi, seppur attraverso il monitor di un computer.

All'incontro hanno partecipato i rispettivi avvocati, Anna Maria Buttarazzi e Paolo Oddi, che hanno fatto da tramite. «Lui mi ha fatto le scuse che ho gradito e accettato commenta Sumaya al telefono Per me è importante che abbia capito cosa ha fatto, che lavori su se stesso per cambiare sguardo sugli altri e sui temi dell'immigrazione, che poi era l'argomento dei post».
Cosa ha detto a quel ragazzo? «Io gli ho detto che il mio approccio è di venirgli incontro prosegue Non cerco né soldi né vendetta. Volevo per lui un'opportunità e un'esperienza nuova. Mi sono resa disponibile per qualsiasi cosa».

Dopo lo scontro ha prevalso l'incontro. «Ho cercato un'apertura che lui ha accolto. Il mio obiettivo era creare un incontro e smorzare quello scontro che lui ha innescato», conclude soddisfatta Sumaya. Tutto era nato nel 2017 a causa dei post su Facebook che hanno ottenuto 349 visualizzazioni e 82 commenti di gradimento in un periodo in cui Sumaya era stata eletta consigliera comunale e aveva subito minacce.
Da qui la scelta di denunciare.

La messa alla prova per il frusinate è stata subordinata a tre condizioni: le scuse formali su Facebook, ovvero con lo strumento usato per offendere, una donazione simbolica a un'associazione che si occupa di migranti e attività di volontariato pro immigrati. «Le associazioni le indicherà lei commenta l'avvocato Buttarazzi Vedremo con l'Uepe. È stato un bel incontro che l'ha portato a riflettere molto, ma si era già ravveduto». L'avvocato Oddi che tutela Sumaya Abdel Qader aggiunge: «È stato un bel passaggio, utile, un'occasione di riflessione. L'inizio di un percorso. Sembra abbia preso atto delle offese arrecate e della paura provocata per una gravissima aggressione alla persona. In questo modo il processo può avere un senso. Si è aperto uno spazio di confronto tra imputato e vittima che, di solito, non si incontrano».