Nuova tegola per tre detenuti di Bitonto, di Napoli e dell'Eritrea, in carcere per reati differenti, ora nei guai per quanto accaduto nella struttura del San Domenico nel settembre del 2020. Ai tre ospiti del carcere di via Sferracavalli poi trasferiti in strutture differenti viene chiesto conto di oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento e incendio a seguito di un danneggiamento.
Le contestazioni
In particolare la procura di Cassino, con il pm Alfredo Mattei che ha chiuso le indagini, ha contestato al detenuto napoletano e a quello pugliese frasi offensive nei confronti di un ispettore superiore. Tutto sarebbe nato da alcune contestazioni di addebiti disciplinari nella quarta sezione del San Domenico, nel settembre di due anni fa. Contestazioni a cui i detenuti avrebbero reagito con frasi ritenute offensive: «Sei un incompetente, non sei idoneo a fare il sottufficiale», «Dovevi fare l'accalappiacani» o «Vai a dirigere il traffico» oltre a «Vergognati!» e altre espressioni simili.
Frasi che sarebbero state pronunciate.
Non solo. A tutti e tre viene contestato anche il danneggiamento delle stanza, compresi i servizi igienici e in particolar modo l'impianto idraulico, con l'allagamento dei locali presenti nella sezione. I frammenti, stando alla ricostruzione degli operanti, sarebbero anche stati lanciati nei corridoi. E come gesto conclusivo, avrebbero dato fuoco a lenzuola e materassi. Col pericolo che si propagasse un incendio.
Ora gli avvocati Antonio Ceccani, Piergiorgio Di Giuseppe e Cristiana Scalfari legali dei tre indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o chiedere che i loro assistiti siano sottoposti a interrogatorio. Come previsto dalla legge.