Un evento che ha segnato la svolta nella lotta alla mafia. A trent'anni dall'attentato di Capaci,anche Frosinone ha ricordato il sacrificio di Giovanni Falcone. L'iniziativa ha coinvolto l'Associazione nazionale magistrati,la procura di Frosinone, il tribunale, l'ordine degli avvocati e l'istituto d'istruzione superiore Bragaglia. Nelle vesti di moderatore il giudice Massimo Lisi che ha parlato di «ricordo per perpetuare la memoria. Falcone aveva la speranza di cambiare in meglio questo Paese». Il prefetto Ernesto Liguori ha detto: «La memoria è da valorizzare per le giovani generazioni che non hanno vissuto quell'evento.

Falcone è una figura esemplare di servitore dello Stato, fino all'estremo sacrificio. Da quella data c'è stata un'inversione di tendenza, il Paese si è dotato di una legislazione antimafia. È iniziato il rafforzamento dell'attività investigativa. C'è stato il risveglio della società civile. Naturalmente le mafie cercano il consenso sociale e questa è la grande sfida». Per il presidente del tribunale il giudice Francesco Mancini, l'omicidio di Falcone è stato un «patrimonio emotivo. Tutti hanno capito che è stato un punto di svolta. Falcone ha introdotto il pool antimafia, l'idea del gruppo di condividere le informazioni. Idee complesse per sconfiggere problemi complessi».

Il pm Vittorio Misiti, presidente della sezione di Frosinone dell'Anm, ha dichiarato: «Sono incontri che devono servire a capire che i lavori di Falcone e Borsellino non sono ancora terminati. I fenomeni mafiosi esistono ancora. C'è tantissimo da fare». Il presidente della Provincia Antonio Pompeo ha parlato di «manifestazioni importanti che aiutano a formarsi e a crescere le giovani generazioni».

Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani ha spiegato: «Solo rivivendo quegli eventi è possibile portare avanti una deterrenza». Il presidente dell'ordine degli avvocati Vincenzo Galassi ha ricordato che «in questa sala è stata commemorata la strage di Patrica in cui persero vita procuratore Calvosa e gli uomini che lo accompagnavano». Azzurra Mottolese, dirigente dell'ufficio scolastico ha chiosato: «La mafia non è ancora sconfitta, ma abbiamo fatto una testuggine». Il dirigente scolastico del Bragaglia Fabio Giona ha aggiunto che «in un'occasione come questa la scuola entra nel simbolo della legalità».Il consigliere regionale Sara Battisti ha ricordato che «quando questa battaglia è iniziata Falcone e Borsellino furono lasciati soli».

Per Francesco De Angelis presidente del consorzio unico del Lazio «è un giorno terribile che ci lascia un insegnamento: bisogna avere coraggio e dire no alla mafia». Il procuratore Antonio Guerriero ha ricordato che «Falcone e Borsellino sono solo 2 dei 28 magistrati uccisi da mafia e terrorismo. Falcone ci lascia un messaggio, che bisogna dialogare con tutti per far capire la bontà delle nostre idee. Falcone e Borsellino sono stati uccisi per l'autonomia e l'in - dipendenza di agire sui poteri forti. E per questo erano temuti». Quindi ha lanciato un appello: «Riformate la magistratura come volete ma non minate autonomia e indipendenza. Io siedo sulla sedia di un procuratore ucciso dal terrorismo. Si chiamava Fedele Calvosa. Noi magistrati abbiamo bisogno delle forze dell'ordine, sono le nostre braccia, gambe e cuore».

Guerriero ha spiegato che «la direzione nazionale antimafia, la Dda la Dia sono nate da lui e prima non esistevano». Quindi il procuratore ha raccontato la sua storia professionale con Falcone perché «per 25 anni ho trattato mafia e camorra». Ne ha elogiato «la nuova metodica in cui si seguiva la traccia dei soldi». Quindi, rivolto ai ragazzi ha spiegato: «Ogni giorno possiamo scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è conveniente». L'avvocato Fabio Padovani, referente della legalità per l'ordine degli avvocati ha evidenziato come la «cronaca nera dell'omicidio di Falcone ne ha oscurato quanto fatto. La sua celebrazione come eroe nazionale è iniziata il giorno dopo il cimitero. Non c'è stato un magistrato che ha subito tante sconfitte come lui, disse la Bocassini». Padovani ne ha così tracciata la figura, mostrando anche dei filmati d'epoca.