Neonata morta, due ginecologhe a giudizio.
Le dottoresse Maria Rita Pecci, 63 anni, di Supino e Adelaide Monterisi, 34, di Trani, per difendersi dall'accusa di omicidio colposo. Lo ha deciso ieri il gup del tribunale di Frosinone Fiammetta Palmieri, dopo aver superato le eccezioni sollevate dalle difese sulla consulenza medica e sulla costituzione di parte civile (per la richiesta di un accertamento tecnico preventivo in sede civile). Le ginecologhe, in servizio al reparto di Ostetricia-Ginecologia di Frosinone, sono accusate «per negligenza ed imperizia» di non aver diagnosticato «una protratta condizione di tachisistolia» della mamma di Nicole e non aver somministrato alla gestante «la opportuna terapia».

In questo modo, secondo l'accusa, al feto sarebbe mancato il «sufficiente apporto di ossigeno per un prolungato periodo di tempo (dalle ore 16.20 alle ore 18 circa)». La piccola Nicole avrebbe subito «un grave danno ipossico-ischemico da cui conseguiva una insufficienza multiorgano» che ne determinava la morte il 17 settembre 2020. I fatti contestati risalgono ai giorni 4-17 settembre 2020. La neonata, viste le gravi condizioni, fu portata successivamente a Roma, all'Umberto I dove però non fu possibile evitarne il decesso. Da lì è partita l'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, e condotta dai carabinieri di Frosinone a seguito della querela presentata dalla madre della bimba.

Venne affidata una consulenza tecnica d'ufficio ai professori Antonio Oliva, Vincenzo Arena, Domenico Arduini e Orazio Genovese per ricostruire quanto accaduto. Ben presto però le indagini da Roma vennero trasferite a Frosinone dove era avvenuto il parto cesareo. I genitori della piccola, di Giuliano di Roma e Amaseno, si sono costituiti parte civile con gli avvocati Ricardo Masecchia e Fabrizio Faustini. Le imputate sono assistite dagli avvocati Natalino Guerrieri e Michele Laforgia. Prima udienza il18 ottobre davanti al giudice monocratico Francesca Proietti.