L'ex cartiera Visocchi di Atina, o meglio, una parte di essa, ha suscitato l'interesse di Antonio Casinelli, presidente della Fondazione "Centro per la pace e per la vita onlus" che intenderebbe usarla per crearvi una Rsa. Infatti, presa carta e penna, ha scritto una dettagliata lettera al sindaco di Atina, Adolfo Valente, nella quale mette in chiaro la proposta. Nella lettera si scrive che la struttura sorgerebbe nella Valle di Comino dove gravitano diciannove comuni "con circa diciassettemila abitanti di cui oltre la metà ultrasettantenni".

In particolare, Casinelli chiederebbe in comodato d'uso la parte di ex cartiera che una volta ospitava i profughi e che ora presenta i locali in stato di abbandono. Per far ciò, Casinelli specifica che per rendere agibile e funzionale agli scopi quei locali, la Fondazione "si farà carico di tutte le spese per la sua ristrutturazione e manutenzione ordinaria e straordinaria". Nella stessa lettera viene sottolineato, a scanso di equivoci, che, secondo recenti disposizioni di legge, la sede delle associazioni di promozione sociale, nei locali dei quali, svolgono le relative attività, sono compatibili con tutte le destinazioni d'uso in una qualunque zona urbanistica del territorio comunale senza che ciò venga considerato mutazione di destinazione d'uso". 

La scelta di preferire i locali della ex cartiera Visocchi di Atina è motivata dal fatto che in passato essa ha ospitato profughi e ora, vista la situazione di guerra che coinvolge l'Ucraina, potrebbe essere l'ideale per ospitare "madri ucraine con a seguito i propri figli e permettere a questi di proseguire l'anno scolastico". «Non possiamo mettere a disposizione di privati locali di un immobile di proprietà comunale se non si adottano prima tutte le procedure previste dalla legge», risponde il sindaco Valente accusato di non aver ancora risposto a Casinelli. Non solo: Valente ricorda che è ancora in piedi la questione relativa ai danni subiti dai locali di quell'edificio quando ospitarono i richiedenti asilo fino alla fine del 2019. Parrebbe di capire che è un no alla proposta di Casinelli.