Voleva a tutti i costi essere sottoposto a una trasfusione di sangue. Quando ha capito che doveva aspettare ancora qualche giorno ha aggredito il medico del carcere mandandolo in ospedale. L'episodio, l'ennesimo di una lunga serie di violenze all'interno della casa circondariale di via Cerreto, si è verificato in carcere. A denunciare l'episodio pure il sindacato della polizia penitenizaria Cisl Fns. Il fatto si è verificato ieri mattina intorno alle 9.30. Il detenuto, italiano, doveva esser sottoposto a un prelievo del sangue che, però, la scorsa settimana era stato rinviato. Era in attesa di vederselo riprogrammare, ma quando ha capito che doveva attendere ancora qualche giorno lui lo voleva fare immediatamente è andato su tutte le furie. E ha sfogato la sua rabbia contro il medico di turno sferrandogli un pugno. Una reazione improvvisa e inaspettata.

Il medico si è fatto refertare in ospedale e ne avrà per qualche giorno. Contro il responsabile dell'aggressione ora verrà presentata una denuncia e, molto probabilmente, sarà trasferito in un'altra struttura. Il segretario regionale della Fns Cisl Massimo Costantino commenta così l'accaduto: «Apprendiamo che un detenuto, italiano, del carcere di Frosinone ha aggredito il dirigente sanitario. Purtroppo negli istituti si ripetono queste aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria, dei medici, degli infermieri e di altri operatori. Il dirigente medico ha dovuto far ricorso alle cure mediche, giunto in ospedale mediante ambulanza». 

Costantino rileva come il carcere di Frosinone è noto «per la carenza di personale. Quella di cui parliamo non è una emergenza annunciata, ma un endemico gravissimo problema che da troppo tempo non vede la politica, il Parlamento, volersene occupare come necessario. Gli ultimi due anni, fronteggiando una pandemia che ha colpito duramente anche all'interno dei penitenziari italiani, ha costretto tutto il sistema a stringere i denti e fronteggiare le enormi difficoltà del sistema. Ma il personale appare allo stremo con una dotazione di polizia penitenziaria in ambito nazionale insufficiente numericamente, con mezzi e strumenti spesso inadeguati e strutture vetuste che necessitano di ingenti investimenti di manutenzione straordinaria o di complete ristrutturazioni. Così non è possibile andare avanti e la Fns Cisl Lazio lancia l'ennesimo allarme».

La carenza all'interno del carcere riguarda tutti i settori, anche quello del personale medico e infermieristico. Nonostante gli sforzi, le carenze restano gravissime. L'episodio è solo l'ultimo in ordine di tempo. Il più grave dell'ultimo periodo è la sparatoria che ha visto protagonista un camorrista che ha ricevuto la pistola dall'esterno del penitenziario con un drone.
Non a caso nei giorni scorsi lo stesso procuratore di Frosinone Antonio Guerriero, parlando di criminalità a proposito della sparatoria in carcere, ha affermato: «La vicenda dimostra la presenza della criminalità organizzata in provincia e l'inadeguatezza dei sistemi di sicurezza in carcere. Il drone non poteva esser visto perché le telecamere puntano verso il basso».