Riceveva rifiuti che non avrebbe potuto trattare. Questa è l'accusa per la quale il gip del tribunale di Roma ha disposto il rinvio a giudizio per l'ex direttore dello stabilimento Vetreco di Supino. Giuseppe Tozzi, 52 anni, comparirà davanti al giudice monocratico del tribunale di Frosinone Federica Proietti a partire dal 13 dicembre. Dovrà difendersi dell'accusa di "Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti". Il Comune di Supino, che è considerata parte offesa, si è costituito parte civile attraverso l'avvocato Giorgio Igliozzi.

A chiedere al gip Tamara De Amicis, la stessa che ha firmato la scorsa settimana l'ordinanza di sequestro del depuratore consortile di Ceccano, il rinvio a giudizio è stato pubblico ministero Alberto Galanti, ex pm di Frosinone che a Roma si occupa di reati ambientali.
Secondo la ricostruzione dell'accusa, l'impianto della Vetreco, pur potendo trattare solo rifiuti non pericolosi (come da autorizzazione della Provincia di Frosinone del 2013), e in modo particolare vetro e imballaggi in vetro, «dopo l'ingresso in azienda del Tozzi, venivano costantemente accettati, in violazione sostanziale dell'autorizzazione, anche rifiuti di provenienza e composizione diversa per i quali la società non era autorizzata alla ricezione».

Tra questi in base all'accusa rifiuti sanitari, ospedalieri, carcasse di animali, nonché siringhe, cateteri, flaconi di medicinali, garze sporche di sangue, plastica, taniche usate, flaconi con liquido da midollo osseo, bottigliette contenenti liquido orticante, rifiuti mescolati al vetro che emettevano fumo, armi, proiettili, batterie al piombo ed altro. I fatti contestati sono relativi al periodo 2015-settembre 2016.