Omicidio di Romina, si va alla ricerca di tracce biologiche e di Dna come anche dei contenuti dei telefonini. Ieri era in programma un accertamento tecnico irripetibile per repertare tracce di Dna e tracce biologiche nell'appartamento di via del Plebiscito, negli indumenti e nell'auto. Tuttavia, la difesa di Pietro Ialongo, l'ex fidanzato di Romina De Cesare, ha espresso una riserva di incidente probatorio per cui si è in attesa della decisione. Stessa cosa per l'accerta mento tecnico irripetibile sui telefonini, anche lì la difesa dell'uomo accusato dell'omicidio della ragazza originaria di Cerro al Volturno che a Frosinone aveva trovato lavoro prima come commessa al Carrefour e poi in un bar, ha espresso una riserva che scadrà lunedì.
Sempre lunedì andrà presa la decisione della difesa su un eventuale ricorso al tribunale del Riesame contro la misura restrittiva a carico di Ialongo. I due, originari dello stesso paese, vivevano nell'appartamento di via del Plebiscito dove è avvenuto il delitto la scorsa settimana. Erano stati fidanzati per 12 anni ed avevano vissuto anche a Parigi. E proprio in Francia, secondo quanto dichiarato dallo stesso Ialongo nel primo interrogatorio quello contestato dal nuovo difensore è stato quella l'arma utilizzata per uccidere Romina dopo il tentativo di strangolamento.
La famiglia De Cesare segue l'evoluzione delle indagini attraverso l'avvocato Danilo Leva. Ialongo, invece, è assistito dall'avvocato Vincenzo Mercolino. Martedì 3 maggio a dare l'allarme è il nuovo fidanzato di Romina. Non la sente da diverse ore, mentre Ialongo sosterrà di aver staccato i suoi telefonini già dal pomeriggio del giorno prima. Così la polizia fa irruzione nell'appartamento e fa la scoperta del cadavere della ragazza, 36 anni a giugno. A trovare Ialongo, che racconterà nel primo interrogatorio (nel secondo si è avvalso della facoltà di non rispondere) di aver cercato di uccidersi dopo il delitto sono i carabinieri di Sabaudia dopo alcuni segnalazioni dei passanti.
A quel punto per Ialongo è scattato il fermo poi convalidato con la conferma del carcere. Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile di Frosinone e dalla polizia scientifica di Roma che ha effettuato i rilievi nell'appartamento al centro storico. Nella ricostruzione del fatto davanti ai pm di Frosinone e Latina, Barbara Trotta e Claudio De Lazzaro, che lo hanno sentito la prima volta, fino alle quattro del mattino, Ialongo ha dichiarato: «L'ho uccisa con le mani ed alla fine con il coltello che mi aveva regalato a Parigi». Poi aveva aggiunto: «L'ho colpita credo quattro volte all'addome...quando stava a terra».