«Questa settimana abbiamo lavorato due giorni, che fortuna!», ironizza un operaio dell'indotto metalmeccanico che deve far i conti con la chiamata quasi improvvisa per potersi recare a produrre oppure no. E si deve far bastare la busta paga senza veder maturare neppure tredicesime e quattordicesime. Va avanti così da tempo ma la crisi è stata aggravata dalla pandemia. Un po' meglio se la passano le tute rosse che, tuttavia, sono soggette a continui fermi produttivi per mancanza di materiali anche il pomeriggio prima per il giorno dopo. O addirittura direttamente dopo una sola ora sulle linee di montaggio.

Gli occhi sono puntati su due fattori, in primis la fine dell'emergenza dei semi-conduttori che, secondo il ceo Tavares, potrebbe avviarsi verso l'inizio del 2023 e, in secondo luogo, con la produzione per il mercato del suv Maserati. Ma è un cane che si morde la coda. «La salita produttiva del Grecale è tutta vincolata ai microchip e al materiale di provenienza asiatica - interviene il segretario generale Uilm-Uil Frosinone, Francesco Giangrande - dove le industrie, con la pandemia, hanno scoperto altre opportunità produttive non solo legate all'automotive.

È sempre più necessario avere riferimenti di indotto di questa natura in Europa perché le varie pandemie e le situazioni improvvise possono creare enormi problemi. Tutto ormai arriva a singhiozzo e in forte ritardo rispetto alle esigenze che abbiamo oggi. L'unica speranza è legata alla fine di questa emergenza, ma sarà difficile. Quindi è chiaro che si vive alla giornata pur essendo consapevoli che c'è un modello da lanciare sul mercato. Il piano industriale di Stellantis proseguirà il suo percorso, ma per Cassino Plant non è stato ancora annunciato nulla: sicuramente arriveranno nuovi modelli a partire dall'autunno-inverno 2024». Il segretario provinciale Uilm ne è certo!