Poche parole, silenzio e fiaccole rosse. Un piccolo angelo ha posizionato le scarpette (simbolo della lotta contro la violenza sulle donne) in chiesa, sotto l'altare, ad "accompagnare" l'ultimo viaggio di Romina tra le strade di Cerro al Volturno. Domenica sera in tanti si sono riuniti nella chiesa Assunzione Maria Vergine. La fiaccolata, organizzata per ricordare Romina De Cesare, uccisa brutalmente dal suo ex fidanzato tra lunedì e martedì notte, è stata aperta da un momento di preghiera.
Dalla piazza di fronte alla chiesa sono partite, poco dopo, centinaia di fiaccole rosse. In un silenzio spettrale hanno percorso le principali strade del paese.

I cerresi hanno poi raggiunto la chiesa dei Santi Pietro e Paolo per un secondo momento di preghiera. «Altre scarpette rosse che nessuno indosserà», hanno sottolineato quanti Romina la conosceva e l'aveva vista crescere. «Amare non significa uccidere, amare è amare».
Ancora parole dure, di condanna sollevate durante la funzione religiosa. «La morte di Romina è un pugno sullo stomaco che ti stordisce e ti annienta – hanno proseguito – Per ché? Nulla di umano può dare un senso alle nostre domande». «Abbiamo accettato passivamente questo dolore. Oggi fisicamente Romina non è più in mezzo a noi, ma spiritualmente vive tra noi». 

Un'amica di famiglia si è rivolta direttamente al papà Mario e al fratello Antony. Qualche anno fa la famiglia era stata colpita da un altro lutto con la scomparsa prematura della mamma. «Avevo scelto di restare in silenzio. Mario, da oggi i tuoi angeli ti saranno vicini per sempre». La celebrazione si è conclusa con le parole del sacerdote che ha parlato del vuoto lasciato dalla giovane. «Ci mancherà per sempre, in ogni momento, ma sappiamo bene che sarà ogni giorno accanto a noi».