"Pino killer", udienza decisiva fissata a luglio. In realtà la discussione era attesa già ieri ma le difese dell'ex tecnico comunale - gli avvocati Giuseppe Di Mascio e Antonio Fantaccione - hanno depositato una memoria e altri documenti che escluderebbero la competenza gestionale del Comune su quel tratto di Casilina. Le altre parti dovranno ora vagliare attentamente ogni passaggio e il prossimo 19 luglio discutere.

I fatti
A bordo della Smart bianca schiacciata da un pino sulla Casilina nel 2018 c'erano due ragazzi, Rudj Colantonio e Antonio Russo. La scena che gli altri automobilisti si trovarono di fronte fu a dir poco scioccante: era una giornata di maltempo, le raffiche di vento erano forti, pioveva a dirotto e uno degli enormi pini ai bordi della carreggiata della strada ha ondeggiato per poi abbattersi sull'auto. Inutili i soccorsi. La strada rimase chiusa, vigili del fuoco e carabinieri operarono per ore per riuscire a estrarre i corpi dalle lamiere.

La tragedia riaccese le polemiche sulla sicurezza della Casilina e in poche settimane venne tagliata la maggior parte degli alberi a rischio. Poi gli avvisi di conclusione indagine emessi dal pm De Franco nei confronti di sei soggetti, ai quali viene contestato il reato di omicidio colposo: Filippo Materiale, allora sindaco di Castrocielo; Giuseppe Evangelista, responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune; Antonio Mallamo, amministratore unico e rappresentante legale di "Azienda strade Lazio-Astral Spa"; Daniele Prisco, responsabile della sezione Strade III di Astral; Alda Muscedere, amministratore unico e rappresentante legale di "Costruzioni Generali srl", società appaltatrice dei servizi di sorveglianza e di pronto intervento h24 e Vincenzo Andrea Di Cresce, direttore tecnico della stessa società.

Le difese - gli avvocati Gabriele Picano e Francesco Scacchi per Mallamo; Sandro e Vittorio Salera, Paolo Marandola, Gianrico Ranaldi, Augusto Casinelli, Giuseppe Di Mascio, Fantaccione e De Siena - si preparano alla discussione.