Un percorso culturale per una tappa "monumentale": l'arrivo al 2029 quando si celebreranno i 1500 anni della fondazione dell'abbazia di Montecassino. Tappe di avvicinamento per festeggiare i quindici secoli dalla fondazione del monastero di San Benedetto. Tappe culturali dove la vita del Patriarca, attraverso le sue parole, diventa espressione artistica. Si è partiti a ottobre 2020, con la mostra curata da Roberto Capitanio "Abitò con se stesso", per arrivare all'ultimo vernissage. Straordinaria l'esposizione del Maestro Alberto Gallingani, a cura proprio di Roberto Capitanio, nel museo del monastero millenario.
«Ringrazio il Maestro Alberto Gallingani - ha detto l'abate Donato - per aver accettato il nostro invito ad esporre alcune sue opere nel Museo. Si è trattato, anche questa volta, di un esperimento di commistione o contaminazione tra produzioni artistiche contemporanee e quelle legate ai secoli passati.
Ritengo che l'idea di accostare l'arte contemporanea a quella del passato – da alcuni ritenuta azzardata – si rivela, invece, molto suggestiva e istruttiva, anche ai fini della costruzione di un futuro di pace. Nelle opere che il Maestro Gallingani ha scelto e appositamente realizzato per questa esposizione – che prende le mosse da un episodio della vita di S. Benedetto, quello relativo al masso inamovibile – comunicano una forte carica emotiva tramite la rievocazione dei tragici eventi bellici di 78 anni fa, conclusisi con la distruzione dell'abbazia di Montecassino e della città di Cassino, eventi che vengono riproposti alla luce della drammatica attualità della guerra in Ucraina. La devastazione, la follia e la cecità della guerra sono comunicate attraverso una sapiente ed equilibrata sintesi tra colori, segni e ritagli di quotidiani dell'epoca, tra ciò che vi è all'esterno e ciò che viene percepito dall'artista stesso e da ciascuno di noi ad un livello più profondo».
«Quando mi è stato chiesto di esporre a Montecassino - ha affermato il Maestro Gallingani - non ho dovuto pensarci su molto, ho accettato subito quella che a tutti gli effetti si presentava come una imperdibile sfida. Il titolo che mi è stato proposto - Il masso inamovibile - lasciava ampio margine alla creatività pur ancorandomi alla realtà del passato di devastazione vissuto dall'abbazia e dalla città di Cassino, e del presente con la guerra in Ucraina. Attorno alle tele esposte, infatti, voi vedrete piccoli ritagli di giornale relativi all'epoca del bombardamento di Montecassino perché le mie opere sono realizzate in due parti: una tela su cui dipingo, che viene applicata ad un'altra tela su cui sono presenti i ritagli di cronaca, proprio perché credo che ci sia un forte bisogno di far emergere, oltre alla voce dell'artista, la voce di ciò che accade nella realtà, in modo da creare una voce univoca che è la voce del momento».
Il sindaco di Cassino Enzo Salera - presente al "lancio" di qualche giorno fa - insieme all'assessore alla Cultura Danilo Grossi e a Luigi Vacana, vice presidente della Provincia di Frosinone, che ha patrocinato l'evento - nel portare il suo saluto ai presenti, ha evidenziato: «La ripresa culturale di cui tutti noi avevano bisogno è oggi tangibile». La mostra, come le precedenti, è curata da Roberto Capitanio che chiosa così l'esposizione: «Le sue opere sembra che emettano dei suoni, dei rumori. Ammirandole, infatti, si ha la sensazione di ricevere dei messaggi, proprio per la presenza in esse di segnali, brevi frasi o soltanto parole, spesso esposte non in modo lineare ma ad esempio capovolte o a testa in giù». Sono 28 le opere del Maestro Gallingani nel museo abbaziale e si potranno ammirare fino al 10 luglio tutti i giorni nell'orario di apertura del museo.