Condannati a undici anni in due per tentato omicidio. La sentenza di primo grado nei confronti di due giovanissimi di San Giorgio a Liri, Marcello Terrezza di 20 anni e Gabriele Neri di poco più di 18, è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri. Cinque anni e due mesi per il ventenne, cinque e dieci mesi per l'amico. Entrambi con rito abbreviato. Pesanti le contestazioni mosse ai giovanissimi studenti con lavori saltuari arrestati dopo l'aggressione armata in via Virgilio a Cassino per un cane "conteso". Che si trovano uno ai domiciliari, l'altro ancora in carcere a Perugia.

La violenza
La violenta aggressione si era verificata alla fine dello scorso novembre a Cassino. La vittima, un coetaneo degli aggressori, era stato accoltellato in strada per un cane "conteso": questa la ricostruzione dei carabinieri di Cassino che intervennero celermente dopo la chiamata inoltrata dai residenti svegliati dalle urla. Un fendente al volto, al braccio, all'addome del coetaneo di San Giorgio, temporaneamente residente nella città martire, dopo una colluttazione nata sembrerebbe proprio per tornare in possesso del Pitbull.

Presenti al momento dell'alterco diverse persone che, però, alla vista del sangue si sarebbero dileguate: le urla avrebbero richiamato l'attenzione dei residenti.
Qualcuno, per fortuna tempestivamente, aveva allertato il 112: all'arrivo dei carabinieri, a terra solo il ferito.
Immediatamente trasportato al Pronto soccorso di Cassino era stato sottoposto a un delicato intervento.
Poi il trasferimento a Roma. I militari della Compagnia di Cassino in pochissimo tempo erano riusciti a identificare i due aggressori. Il coltello, invece, era stato rinvenuto tra i cespugli a non molta distanza.

In tribunale
Prima l'udienza di convalida, con i due giovanissimi che avevano scelto di rispondere al giudice punto per punto, offrendo la propria versione: misura non convalidata per l'assenza di flagranza. Ma il gip aveva comunque scelto di farli restare in carcere. Le difese dei due ragazzi gli avvocati Mariano Giuliano ed Emanuele Carbone avevano subito proposto un abbreviato condizionato a una consulenza medica di parte. Una consulenza utile a dimostrare, secondo i legali, che quei colpi inferti non avevano lo scopo di uccidere. Né che i due fossero usciti di casa con l'idea di una "esecuzione". Poi era stata sciolta la riserva con l'ammissione della consulenza.

Ma l'abbreviato è stato condizionato anche all'escussione di un testimone ritenuto chiave, soprattutto per uno degli indagati. Ieri mattina le discussioni delle difese degli imputati e anche del legale della parte civile, l'avvocato Eva Tiseo. Quindi una lunga attesa. Nel tardo pomeriggio la decisione: condannati in primo grado a oltre cinque anni per ciascuno per tentato omicidio. Oltre al pagamento dei danni da quantificarsi in separata sede, quella civile.
Disposta inoltre una provvisionale di 15.000 euro per il ragazzo vittima dell'aggressione. Attesa sulla richiesta di una misura meno afflittiva per il giovane ancora recluso a Perugia. Le difese già pensano all'appello.