Maltrattamenti all'asilo di via Zamosch, ieri in aula una decina di coppie di genitori chiamati a guardare alcuni spezzoni dei video che secondo la polizia avrebbero "incastrato" le due maestre accusate di maltrattamenti. Non solo. Al gruppo dei genitori (il primo) ascoltati per l'intera giornata è stato chiesto di ricordare e descrivere l'atteggiamento dei piccoli prima che l'inchiesta portasse alla luce le presunte violenze. Un'udienza difficile e molto delicata.
L'indagine
Era gennaio del 2019, i bambini erano da poco rientrati a scuola dopo la pausa natalizia e le due docenti - che all'epoca avevano 63 e 54 anni - si videro notificare la misura interdittiva della sospensione dell'esercizio del pubblico ufficio di insegnante. Un mese e mezzo d'indagine, quindici giorni di riprese con telecamere nascoste (accordate dalla procura) per capire se quelle maestre insospettabili umiliassero o meno ogni giorno gli alunni. Urla, minacce, punizioni inaudite mentre i genitori, ignari, erano sicuri di aver affidato a insegnanti qualificate i loro piccoli: queste le accuse.
La denuncia era stata presentata nel novembre del 2018 dai genitori di una delle possibili vittime. Gli agenti del Commissariato, su delega del sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi, si erano messi subito al lavoro: la squadra di polizia giudiziaria aveva raccolto tutto piazzando le telecamere.
Ieri in aula «Mio figlio non era sereno» avrebbe raccontato ieri in aula una mamma, riferendosi proprio al periodo a ridosso della delicata indagine. I genitori avrebbero descritto - dopo aver guardato parte dei video mostrati in aula sullo schermo di un pc per riconoscere il figlio o la figlia ripresi dalle telecamere nascoste - dettagli importanti sugli atteggiamenti dei bambini che frequentavano le classi finite sotto la lente d'ingrandimento.
Alcuni hanno parlato dell'insofferenza dei figli, di come i piccoli avrebbero mostrato poca serenità a casa, anche nel rapporto con i fratellini. «Non andava volentieri a scuola» avrebbe aggiunto un altro genitore, raccontando ulteriori episodi. Altri papà hanno ricondotto quegli atteggiamenti "strani" proprio ai presunti maltrattamenti in classe: piccoli che facevano la pipì a letto, altri che improvvisamente portavano le mani sulle orecchie, segno di evidente disagio. Gesti o dettagli di una intimità familiare improvvisamente passata al microscopio.
Per i genitori ascoltati, insomma, il cambiamento o gli atteggiamenti descritti ieri in aula sarebbero poi stati associati - una volta resa nota l'inchiesta - a quanto accaduto nella classi in via Zamosch. Ma questo, ovviamente, è tutto da dimostrare. Una delle mamme ieri non avrebbe riconosciuto neppure il figlio nel video, anche se in un primo momento la valutazione sarebbe stata differente: in effetti le difese hanno poi dimostrato come nel giorno riferito al filmato preso in considerazione il bambino fosse addirittura assente.
Gli avvocati delle due maestre - Sandro Salera, Paolo Marandola, Adriano Cortellessa e Ascione - hanno poi chiesto che l'intero materiale video fosse oggetto di trascrizione e analisi (il deposito dell'hard disk è avvenuto solo ieri mattina), non soltanto i frame o i brevi pezzi caricati sui cd. In questo modo si avrà la possibilità di verificare le discrepanze sollevate e valutare l'intera sequenza dei comportamenti tenuti nelle classi, oggetto del processo. Per questo nella prossima udienza, quella del 23 dicembre, verrà dato un nuovo incarico alla dottoressa Vendittelli.
Nella stessa data avrà termine l'escussione del primo gruppo di genitori e verrà fissata una nuova udienza per un altro gruppo di mamme e papà da ascoltare. Lungo l'elenco delle parti civili, nutrito quello dei difensori tra i quali Emiliano Venturi, Luigi Montanelli e Diego Troiano.