Diceva Sant'Agostino: «La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per le cose che non vanno, il coraggio per cambiarle». E la Valle del Sacco, idealmente, riparte dal santo e teologo di Tagaste per il proprio rilancio. Riparte dallo sdegno per aver visto sfumare un investimento da 100 milioni di dollari da parte della Catalent sul proprio stabilimento di Anagni nella inutile attesa, come Vladimir ed Estragon di Samuel Beckett, di autorizzazioni che non sono mai arrivate e dalla speranza che si chiama riperimetrazione del Sin per la quale il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato ieri, all'assemblea generale di Unindustria, di aver avviato il percorso con il Ministero con una specifica richiesta.
L'amarezza di Camilli
A lanciare il sasso nello stagno è stato il presidente di Unindustria Angelo Camilli: «Nella nostra regione, all'interno delle istituzioni, deve ancora maturare una cultura industriale importante. Percepiamo una mancanza di convinzione per concludere processi virtuosi ed imprimere la giusta spinta alle buone idee. Dall'entusiasmo degli annunci passiamo sempre ad una sensazione di enorme fatica nei passi decisivi sui temi che riguardano le imprese».
E il caso della Catalent di Anagni è emblematico: «Ci lascia ancora increduli: per un'autorizzazione attesa e mai arrivata dopo oltre due anni, sono sfumati 100 milioni di dollari di investimento per un progetto di rilevanza mondiale e 100 posti di lavoro di giovani ricercatori. Catalent è solo la punta dell'iceberg di una situazione non all'altezza del secondo Paese manifatturiero d'Europa». Il presidente di Unindustria ha puntato il dito anche contro alcuni freni ideologici che comprimono e deprimono l'iniziativa imprenditoriale, facendo sfumare occasioni di sviluppo e di crescita: «Unindustria lavorerà sempre con passione e leale collaborazione su obiettivi ambiziosi. Se, come dichiara il presidente Zingaretti, vogliamo diventare la regione più green d'Europa, noi siamo della partita!
Non si possono però, usare le autorizzazioni ambientali come strumento ideologico per frenare gli investimenti delle imprese. Bisogna, piuttosto, sostenere e autorizzare gli investimenti industriali in rinnovabili ed economia circolare e varare un piano pluriennale per le reti e le riserve idriche, perché l'acqua sarà la prossima materia prima al centro di una crisi. Noi vogliamo misurarci su questi traguardi! Ribaltiamo insieme i rovesci della medaglia che frenano lo sviluppo decisivo di filiere e territori. Sblocchiamo gli iter burocratici che fermano sviluppo e innovazione anche in eccellenze, come il nostro polo farmaceutico.
Non possiamo più permetterci una vicenda come quella di Catalent ad Anagni che ci lascia ancora increduli: per un'autorizzazione attesa e mai arrivata dopo oltre due anni, sono sfumati 100 milioni di dollari di investimento per un progetto di rilevanza mondiale e 100 posti di lavoro di giovani ricercatori».
La soluzione di Zingaretti
Come raggiungere, però, l'obiettivo indicato da Camilli? La risposta l'ha fornita davanti agli industriali il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: «Occorrono segnali chiari che segnino una nuova fase. Per questo la scorsa settimana abbiamo avviato un'iniziativa direttamente col presidente del Consiglio Draghi, il ministro Cingolani e tutto il Governo: la Regione Lazio ha chiesto la sospensione, eccetto per le aree ripariali, del decreto di perimetrazione del Sin del Bacino Valle del Sacco. Un decreto figlio di errori e illusioni che hanno finito, nel tempo, di bloccare tutto. Una sospensiva non per perdere tempo, ma per definire in pochi mesi col territorio un perimetro che garantisca tutela, bonifica e rilancio produttivo. Un equilibrio tra sostenibilità e crescita, come ci chiede l'Europa».
Per Zingaretti, però, la sospensione del decreto di perimetrazione del Sin del Bacino Valle del Sacco «in particolare non è legata al caso Catalent. Il caso Catalent è stato un campanello di allarme che necessita di una semplificazione. Noi abbiamo approvato 83 contratti di servizio e per affrontare quella situazione, che è emersa, la sospensione, non per annullare il Sin, ma per riperimetrare l'area, secondo me è una buona soluzione. In qualche mese ce la faremo. Credo che il Sin rimanga un giusto strumento di tutela, le bonifiche stanno partendo. Abbiamo proposto al Governo una sospensione perché allora molti comuni, non avendo chiari gli effetti del Sin, arrivarono a una perimetrazione eccessiva del territorio che di fatto ha bloccato tutto. L'idea è che si proceda in tempi brevi ad una nuova perimetrazione più congrua e che si tutelino le aree che veramente devono essere tutelate».
«So che le risorse, i progetti e gli investimenti non bastano. C'è un nodo che riguarda la burocrazia e la qualità dell'amministrazione che colpisce ancora le imprese. Il caso Catalent ne è stata la conferma più dolorosa, frustrante ed evidente. Il lavoro davanti a noi è chiaro e richiede delle scelte. Nel 2013 avevamo 28.000 pratiche arretrate sui temi ambientali, oggi siamo a 1.000 ma sono ancora troppe. Per aggredire questo nodo lavoriamo sulle semplificazione e le inefficienze che hanno portato a quel caso. Senza un'azione di semplificazione le idee, l'impegno e le risorse non produrranno nulla.
Vogliamo giocare questa partita con la stessa determinazione con cui negli anni passati abbiamo affrontato quella del risanamento finanziario. Apriamo una nuova stagione. Per questo, anche seguendo le richieste arrivate dal mondo del lavoro, abbiamo costruito un nuovo strumento di semplificazione dell'ufficio conferenza dei servizi: diventerà l'ufficio degli investimenti produttivi. Un nuovo nome ma anche un nuovo investimento in risorse umane, con oltre 25 nuovi addetti che avranno la missione di velocizzare gli iter autorizzativi, finalizzare gli investimenti, azzerare l'arretrato sulle autorizzazioni entro il 2022 e dare certezza al mondo produttivo», ha aggiunto Zingaretti.
«La sospensione del decreto di perimetrazione del Sin Bacino del Fiume Sacco, richiesta dal Presidente Zingaretti e condivisa con il premier Draghi e i ministri competenti, assicurerà una maggiore velocità nel processo di semplificazione delle procedure che come Regione Lazio stiamo portando avanti. Quello sulla perimetrazione è stato, senza dubbio, un lavoro importante svolto per garantire la bonifica del territorio e la salute dei cittadini: ora, appare evidente, anche a fronte degli ultimi avvenimenti, che si debba andare verso una perimetrazione più congrua per far sì che si possano coniugare al meglio tutela ambientale e sviluppo del territorio, affinché gli investitori non rimangano bloccati a causa della burocrazia» ha chiosato il consigliere regionale Sara Battisti.