In attesa di avviare il confronto con il governo su autorizzazioni e Sin, con l'obiettivo di snellire le procedure che hanno causato il trasferimento di un investimento da cento milioni di dollari della società farmaceutica Catalent da Anagni ad Oxford, la polemica politica non si ferma. Gli enti più bersagliati e interpellati continuano ad essere Regione Lazio e Provincia. Da settimane sono sotto pressione da parte, soprattutto, di un centrodestra scatenato che punta il dito.

Ieri mattina Lega e Fratelli d'Italia hanno richiesto la convocazione di un consiglio regionale straordinario dedicato al caso della multinazionale statunitense in fuga. Il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli spiega: «Sono il primo firmatario della richiesta e ringrazio gli altri colleghi di Lega e Fratelli d'Italia per aver sottoscritto con me questo documento che mira a fare luce sulla questione. Non ci si capacita di una tale sconfitta sul piano imprenditoriale e lavorativo per il Lazio». La colpa? L'esponente leghista non ha dubbi: «Di Nicola Zingaretti. Bonifica e sburocratizzazione: ad oggi non abbiamo né l'una né l'altra ed i risultati si vedono.

Le aziende - prosegue Ciacciarelli - sono stanche di essere prese per i fondelli e bloccano gli investimenti, come ha fatto la Catalent di Anagni, che ha dirottato 100 milioni in Inghilterra. Sfumata quindi la possibilità di avere 100 posti di lavoro nel sito della città dei papi, insieme ad altri 100 a causa dello stop alla produzione del vaccino Astrazeneca. Sono anni che sollecito Provincia e Regione ad accelerare sulle autorizzazioni ambientali».

Sul caso interviene anche Forza Italia tramite il coordinatore cittadino di Ferentino, Franco Sisti, che invita il presidente dell'amministrazione provinciale Antonio Pompeo a convocare immediatamente un tavolo tecnico. «L'incapacità della politica di non reagire di fronte a tali problematiche - argomenta Sisti - ha portato negli anni il nostro territorio alla desolazione più totale con la perdita di migliaia di posti da lavoro e il fallimento di tantissime imprese. Siamo in una fase storica dove ci vuole concretezza: è ora che gli esponenti politici del territorio riflettano su quanto sta accadendo, per questo chiediamo al presidente Pompeo di prendere atto della nostra richiesta e di convocare con immediatezza un tavolo di crisi. Ricordiamo che solo attraverso l'unione di tutti gli enti preposti quindi sindacati, politica e industriali si potrà raggiungere l'obiettivo».