Un dolore senza fine, quello l'ultimo saluto a per Samuele Lapati, il ventenne morto su via Sant'Angelo nella notte tra domenica e lunedì. Uno schianto purtroppo falate. Lettere, palloncini, fiori e foto. E una certezza per tutti: Samuele non morirà mai. Vivrà in tutte le persone che lo hanno conosciuto e in tutti i suoi amici, la sua seconda famiglia. Impossibile trattenere le lacrime all'uscita del feretro.

Ci saranno tutti i suoi amici accanto ai familiari oggi ad accompagnare il feretro di Samuele Lapati nel suo ultimo viaggio terreno. I tanti giovani che con il ventenne hanno trascorso momenti sereni, i primi amori, passioni e sogni travolgenti. Quel tratto di strada attraversato insieme, all'unisono, che resta per molti il più bello di tutta una vita. E Samuele Lapati, anima della compagnia, come molti lo definiscono, lo sapeva bene. Anche la giornata e le ore che hanno preceduto lo schianto in via Sant'Angelo le aveva regalate alla comitiva: la domenica trascorsa al Carnevale di Pontecorvo.

Poi la serata a Cassino, in centro, per salutare gli amici.
Prima di risalire in auto, verso casa. Pochi minuti e la terribile notizia: lo schianto contro il muretto di una recinzione, quel lunghissimo tentativo di rianimarlo I medici hanno provato invano per oltre quaranta minuti, dopo che l'ami co che era accanto a lui lo aveva tirato fuori dall'abitacolo. Vana ogni speranza. Samuele è morto prima di poter raggiungere l'ospedale, quasi illeso l'amico che si trovava con lui. Difficile la ricostruzione della dinamica del sinistro affidata ai carabinieri della Compagnia di Cassino.

Questa mattina alle 10.30 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Sant'Apollinare i funerali. In lutto anche le comunità di Cassino e di Rocca d'Evandro, paese d'origine della famiglia paterna. Centinaia i messaggi sul profilo Facebook del ragazzo: in tanti ricordano il suo sorriso, la sua solarità. Samuele, che ha frequentato le scuole a Cassino (prima studente della Di Biasio, poi dell'Itis) aveva lavorato per un periodo alla cartiera Reno De Medici. Poi come cameriere in diversi ristoranti della zona in attesa di una occupazione stabile: davvero in tanti lo ricordano con grande affetto.

di: Cdd