La sera del 25 aprile è andato in onda su "Striscia la Notizia" un servizio nel quale un cittadino ha lamentato delle criticità riguardo l'accoglienza dei profughi. L'uomo ha evidenziato all'inviata di Canale 5 come da tempo abbia problemi a registrare un contratto di affitto simbolico dall'importo mensile di 50 centesimi a carico delle tre donne e dei cinque bambini che ha accolto nella sua casa.

Nel servizio il signor Gino avrebbe evidenziato anche altri problemi, come la necessità di andare a scuola dei bambini, che ancora attenderebbero l'inserimento. Per quanto riguarda il problema con il contratto di locazione tutto deriva dalla mancanza di codice fiscale per gli otto ospiti, un problema che non sarebbe quindi legato all'Ente, essendo un iter da svolgere all'Agenzia delle Entrate.

Dall'assessorato alla Coesione sociale spiegano: «Si tratta di tre donne con cinque bimbi che vanno dai tre ai tredici anni. Sono stati tra i primi ad arrivare e già a metà marzo sono state sistemati nella casa messa a disposizione dal signor Gino, che è stato molto gentile. Il cittadino ha voluto fare le cose al meglio e ha quindi predisposto questo contratto di locazione. Quando ha presentato domanda per la registrazione del contratto ha avuto problemi perché di fatto queste persone sono sprovviste di codice fiscale. Ma il documento deve essere fornito dall'Agenzia delle Entrate. Questa è una condizione che riguarda proprio i primi arrivati, le cose, infatti, sono cambiate diverse volte nel corso delle settimane. Per loro però, ora la linea guida è questa. Per quanto riguarda i bambini, sono stati tutti inseriti, in base all'età, nelle scuole di Cassino già a marzo. Inizialmente non se la sono sentita di frequentare e il più grande ha scelto di seguire la dad con la scuola in Ucraina. Poco prima di Pasqua è stato manifestato il desiderio di frequentare in presenza. Ci siamo attivati immediatamente poiché le mamme e i bimbi si trovano in una casa fuori Cassino e deve essere quindi inserita nel tragitto del trasporto scolastico. Una richiesta fatta prima di Pasqua, quindi pochi giorni fa e che comunque stiamo risolvendo il prima possibile. Siamo felici che i ragazzi vogliano andare a scuola. Da parte dell'Ente c'è stato sempre aiuto, con pacchi alimentari e personale di riferimento. Quello che è nelle competenze del settore è stato fatto. Non solo per loro, ma per tutte le persone che sono arrivate».

Sempre il personale del Comune, per aiutare il cittadino così generoso e le donne con i bambini, avrebbe nei giorni scorsi provveduto a prendere appuntamento con l'Agenzia delle Entrate per trovare una soluzione e ottenere i codici fiscali necessari alla chiusura della pratica di affitto. Sono davvero tanti gli interventi e gli inserimenti che dall'inizio della guerra il Comune è riuscito a fare, fornendo abiti, alimenti, kit scuola, interpreti per l'inserimento, supporto per i documenti e per le vaccinazioni.

«Il 24 febbraio è iniziata la guerra, il primo marzo on line erano già disponibili i moduli per offrire accoglienza e per usufruire dei servizi - ha spiegato l'assessore alla Coesione sociale Luigi Maccaro - ci sono stati diversi incontri con i colleghi della provincia. Alcuni hanno manifestato difficoltà nell'accoglienza, noi ci siamo messi subito in moto». E sono tanti gli ucraini arrivati, mamme con i figli. Qualcuno è addirittura già rientrato nel Paese d'origine, ospite di familiari che si trovano in aree sicure. 

Numeri e dettagli
Sono arrivati in città circa 170 ucraini, di cui 85 sono ragazzi in età scolare. Sono 17 quelli che seguono la dad conl'Ucraina, il liceo Varrone ha accolto 3 studenti, la San Benedetto 8, il secondo circolo ha inserito 18 bambini, il primo circolo 2, il terzo circolo 4, 8 sono troppo piccoli. Ci sono altri tipi di inserimento che stanno seguendo anche le associazioni che si sono messe a disposizione, per alcuni sono in corso delle verifiche necessarie all'inserimento. Una cosa è certa, nessuno è lasciato senza controllo. Discorso diverso per chi, invece, è arrivato in città senza inserirsi negli elenchi dei Servizi sociali. Alcuni sono stati ospitati da parenti e conoscenti, altri hanno seguito altri percorsi. In ogni caso è sempre possibile recarsi negli uffici dell'assessorato e inserirsi negli elenchi per usufruire del sostegno necessario sia sanitario, che scolastico e tanto altro. Il personale del settore lavorano incessantemente da mesi ormai, come nel caso di una piccola che purtroppo si è rotta un braccio e per la quale è stato necessario un intervento a Roma. La piccola e la madre sono state supportate in tutto il percorso medico sanitario e non solo. Non ci sono, al momento, fondi per tutte queste attività ma, grazie a un lavoro di squadra e sinergia con il territorio, tanto è stato fatto e viene fatto quotidianamente.

«Se riusciamo a fare tanto - spiegano dall'assessorato - è soprattutto grazie ai cittadini che hanno donato, continuano a donare. Alle associazioni grandi e piccole, a chi ha aperto le porte delle proprie case, a chi ha donato medicinali e materiale didattico ai più piccoli. Ma anche ai commercianti che aiutano come possono».