"Welcome to Italy", si torna in aula e le difese serrano i ranghi nel controesame. Il primo a prendere la parola e a incalzare il sovrintendente della Polizia di Stato Di Salvo è l'avvocato Francesco Sgambato, poi l'avvocato Sandro Salera (che terminerà il suo controesame nella prossima udienza). Ci si sofferma sul tipo di indagini svolte, sulla scelta e sul perché, sulle verifiche. L'inchiesta è "Welcome to Italy", quella che ha posto l'accento sui fondi destinati a vestire, nutrire e istruire i richiedenti asilo destinati secondo le accuse, tutte da dimostrare a ben altre attività.

Con 22 imputati chiamati a risponderne a vario titolo tra imprenditori e politici. Come ricostruito dalla procura che ha coordinato polizia e finanza all'unisono, dalle indagini sarebbero emersi cibo scarso, pulizie insufficienti, sicurezza non rispettata: diverse le mancanze contestate nei verbali della Asl, del Nas e degli agenti. Tra gli accertamenti svolti, spiega Di Salvo, la ricerca di elementi che comprovassero pure una commistione tra i diversi enti. «Nella "Casa di Tom", in "Lavoro per la Salute" e nella "Ginestra" risultavano soggetti identici in posizione apicale e questo ha fatto sì che la pg approfondisse» dettaglia.

Poi entra nel vivo delle indagini. Nella precedente udienza era emerso come spesso i controlli nelle strutture di via Iannacone, via D'annunzio o via De Nicola avevano un "filo diretto" con le intercettazioni telefoniche. Sempre dalle conversazioni intercorse tra personale e operatori la struttura di via Iannacone era stata definita fatiscente. «Dentro fa schifo!» ammetteva una dipendente al telefono. Ma anche la comunicazione telematica sembrerebbe aver avuto il suo peso. Di Salvo riferisce delle mail intercettate, scambiate tra alcuni degli imputati. E di come spesso, a seguito delle stesse (in cui si sarebbero palesati criticità dei problemi) arrivavano i blitz.

Ma il grosso del controesame è stato dedicato a questioni tecniche complesse come la differenza tra il gestore il Comune a cui viene assegnato il progetto e l'ente attuatore che sarebbe la coop. In mezzo, tutta una complessa attività di rendicontazione e bilanci. I ritardi nei pagamenti da parte delle Prefetture, le riunioni e persino l'idea (soprattutto in provincia di Caserta) di ampliare il servizio anche attraverso l'uso di strutture alberghiere. Ancora l'attività di monitoraggio e le verifiche di rendicontazione.

L'avvocato Salera solleva poi una serie di contestazioni, sottolinea come lo stesso ex sindaco Bruno Vincenzo Scittarelli si sia personalmente interessato coinvolgendo la Prefettura per spiegare agli ospiti che non potevano cucinare, ad esempio. Il prossimo 24 maggio si torna in aula