I cantieri, pubblici e privati, già aperti rischiano di fermarsi, le gare d'appalto future potrebbero andare deserte, come tra l'altro già successo in alcuni casi, il Pnrr rischia di rimanere una bella idea sulla carta e di venire depotenziato. Tutto questo per colpa di cosa? Sostanzialmente per un aumento esponenziale del costo dell'energia e dei materiali che rende, praticamente, insufficienti le risorse per la realizzazione di un'opera con necessità di integrazione. È questo lo stato dell'arte dipinto ieri durante l'assemblea straordinaria di Ance Frosinone, l'associazione che riunisce le imprese che operano nel settore edile.
«Nel 2021 - ha detto il presidente Angelo Libero Massaro - sono stati aggiudicati 41 miliardi di euro di lavori pubblici, il doppio della media del periodo precedente; il 60% in più del 2005, il picco degli anni duemila; ma solo nei primi tre mesi del 2022 gli importi di opere pubbliche messe in gara sono saliti a oltre 20 miliardi di euro. In tre mesi la metà di quanto messo in gara negli anni eccezionali 2019, 2020 e 2021. Per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione incentivati il 2021 si è chiuso superando i 66 miliardi di euro; la media annua dal 2013 al 2020 era stata di 28 miliardi di euro. Il 28% della eccezionale crescita economica italiana del 2021 è dovuta al settore delle costruzioni (fonte CRESME Ricerche). Purtroppo è sotto gli occhi di tutti l'incremento dei prezzi di ogni sorta di prodotto e delle materie prime, non solo di quelli destinati all'industria delle costruzioni. Un processo che viene da lontano e che è stato velocizzato prima dall'emergenza sanitaria e successivamente dalla guerra in Ucraina. A differenza di alcuni settori produttivi, in edilizia questo eccezionale aumento dei costi delle materie prime è iniziato dal 2020 e sta producendo ormai effetti diretti su ogni singolo cantiere, soprattutto nella gestione dei contratti di appalto in corso d'opera, siano essi pubblici, sia privati. Ne pagano le spese tutti i comparti del settore, dalle ristrutturazioni alle opere pubbliche infrastrutturali, alle nuove costruzioni e iniziative di sviluppo immobiliare».
Come uscire da questa situazione? Con una revisione dei prezzari ma «il sistema adottato dal Governo per il 2021 è assolutamente inadeguato. Basta solo dire che le imprese, dopo aver fatto richiesta di revisione prezzi per le opere eseguite nel primo semestre 2021, sono ancora in attesa di ricevere i relativi ristori. Noi paghiamo i nostri fornitori e riceviamo, in termini di revisione, non già il recupero delle somme esorbitanti pagate a fronte degli aumenti, ma una mera indennità. Vogliamo essere pragmatici come sempre e sostenere che la soluzione migliore per noi sia quella di continuare a lavorare e portare a compimento i lavori, ma ormai non possiamo escludere nessuna soluzione, nemmeno quella dello stop dei cantieri. Nessuna azienda può lavorare in perdita», ha sottolineato Massaro.
«Se la situazione non dovesse cambiare, ci potrebbero essere ricadute negative sul piano dell'occupazione, considerando l'importanza che il nostro settore riveste per la provincia di Frosinone, questione che richiederà anche un'azione congiunta con le organizzazioni sindacali» ha concluso Massaro. All'assemblea era presente anche il vice presidente nazionale di Ance Edoardo Bianchi il quale, oltre a rimarcare il problema del caro materiali, ha puntato l'indice «contro una certa ipertrofia legislativa che complica la vita alle imprese. Tutti gli osservatori sono concordi nella constatazione di base riguardante una legislazione spesso sovrabbondante e confusa nelle previsioni e sicuramente sovrabbondante, complessa e poco coerente nelle finalità. Si è consolidato un vero e proprio diritto della emergenza con un affastellamento di regimi speciali e derogatori, peraltro sempre a tempo e quasi sempre oggetto di proroghe. Si registra una inflazione normativa, anche con riferimento ai tempi ed alle regole, con un effetto matrioska nei vari provvedimenti. La moltiplicazione dei decreti legge, adottati a distanza estremamente ravvicinata, ha determinato un consistente fenomeno di sovrapposizione e intreccio di fonti normative. Servirebbe una maggiore qualità legislativa».
Negli interventi si sono susseguiti il presidente delle Provincia Antonio Pompeo il quale ha voluto sottolineare come gli enti locali siano a loro volta penalizzati da questa situazione considerata la penuria di risorse da investire; il sindaco Nicola Ottaviani ha parlato di come il principio del silenzio assenso, in mancanza di reattività della burocrazia, possa essere uno strumento, salvo caso particolari, per accelerare gli iter delle pratiche e, infine, il presidente di Unindustria Frosinone Miriam Diurni ha detto che «il momento è molto delicato perché con il Pnrr tutti si aspettavano un rilancio, ma questi rincari hanno rimesso tutto in discussione non per una crisi della domanda ma dell'offerta. È una situazione molto pericolosa. Un tema di cui parleremo all'assemblea Generale Unindustria del prossimo 28 aprile alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella».