Un imprenditore ciociaro, la cui attività ha sede nel territorio di Ceccano, nel 2017 ha chiamato in giudizio un istituto di credito poiché nel 2005 aveva negoziato uno strumento cosiddetto derivato, collegato a un conto corrente, che avrebbe dovuto coprirlo dal rischio di rialzo del tasso Euribor. Un contratto, però, mai consegnato al cliente, neppure dopo la richiesta dei legali dell'imprenditore, gli avvocati Giuseppe Ranieri e Gianfranco Petti, il primo del Foro di Frosinone, il secondo di Cassino. Infatti il derivato, invece di coprire l'imprenditore dal rischio di rialzo dei tassi, lo aveva costretto a versare alla banca la somma di 81.000 euro.

Gli avvocati Ranieri e Petti hanno evidenziato la nullità del contratto per carenza di elementi essenziali. In particolare, per la mancata indicazione del metodo matematico utilizzato per il calcolo degli interessi collegati ai prezzi di mercato. Inoltre, il tasso fisso applicato era diverso da quello prospettato al cliente nella stipula del contratto. Per tali motivi, l'imprenditore ha chiesto la restituzione di tutte le somme indebitamente percepite dalla banca. Il giudice, con sentenza dello scorso 13 aprile, ha dichiarato nullo il contratto e condannato l'istituto a restituire gli 81.000 euro versati dall'imprenditore, oltre a interessi e spese, per un totale di circa 110.000 euro.

Dunque, grande soddisfazione dei due legali, poiché si tratta di una vittoria importantissima, che potrà essere utile agli imprenditori a cui, dagli anni 90 fino a dopo il 2000, sono stati prospettati contratti di derivato che avevano il solo scopo di generare utili per le banche.