A pagare il prezzo più alto sono sempre e soltanto i lavoratori del settore automotive. Mentre l'azienda distribuisce grossi dividendi, gli operai hanno buste paga defalcate e le missioni produttive delle fabbriche restano ancora un mistero. Il tempo delle promesse è abbondantemente trascorso e Donato Gatti, segretario provinciale della Fiom, tuona: «Altri due giorni di chiusura (venerdì scorso e il prossimo martedì 19) che vanno sempre a penalizzare chi da anni sta soffrendo questa crisi cioè solo i lavoratori.

Sempre da anni si parla di cambiamenti ma ad oggi nulla è cambiato e la crisi la pagano gli operai dello stabilimento cassinate. È arrivato il momento in cui l'ad Tavares dovrebbe dare le missioni degli stabilimenti italiani perché così non si può certo andare avanti. I profitti si fanno e si vanno anche a distribuire dividendi importanti, ma i lavoratori dello stabilimento di Cassino, che ci mettono il cuore e l'anima, da dieci anni soffrono soltanto e gli stipendi restano sempre defalcati. Continueremo a chiedere all'azienda che, proprio rispetto ai dividenti, quest'anno almeno la tredicesima e i ratei di Fer e di Par vengano dati ai lavoratori visto il profitto che hanno avuto».

Il silenzio del Governo
Assordante pure il silenzio del governo italiano. Si lasciano da soli i lavoratori dell'automotive che continuano a essere in cassa integrazione. Lo affermano, in una nota congiunta, Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil e Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil. «Stellantis - scrivono - remunera con 19,15 milioni di euro l'amministratore delegato Carlos Tavares, con 28,8 milioni di euro il Cda e distribuisce 3,3 miliardi di euro di dividendi, in un momento di grave crisi del settore automotive e di grande sofferenza per le lavoratrici e i lavoratori del gruppo e di tutta la filiera della componentistica.

Il Presidente francese Emmanuel Macron ha duramente criticato la retribuzione dell'ad di Stellantis. Mentre il Governo italiano lascia soli le lavoratrici e i lavoratori, che continuano ad essere in cassa integrazione nell'incertezza del futuro». Una situazione insostenibile con un grido di allarme che arriva da ogni stabilimento italiano.

La richiesta
Così la Fiom rilancia la richiesta, «già avanzata insieme alle altre organizzazione sindacali e alla Federmeccanica, di un incontro presso la Presidenza del Consiglio con i Ministri competenti, al fine di promuovere e rilanciare l'industria dell'auto per la transizione ecologica, salvaguardare l'occupazione e migliorare le condizioni di lavoro ed economiche delle lavoratrici e dei lavoratori».