Inchiesta antidroga dei carabinieri di Pontecorvo, interrogatori ieri per sei degli otto coinvolti. Per gli altri due se ne parlerà con estrema probabilità dopo le festività pasquali. La quarantenne arrestata in flagranza a Caserta, invece, è stata sottoposta a una direttissima.
Il blitz che ha portato all'esecuzione di quattro misure cautelari (due in carcere e due ai domiciliari) e di quelle relative all'obbligo di dimora e di firma è scattato all'alba di mercoledì in via Aldo Moro, nel rione Pastine, nel complesso abitativo di edilizia popolare. I carabinieri della Compagnia di Pontecorvo, coordinati dal capitano Bartolo Taglietti, insieme ai colleghi di Cassino, Marcianise e al personale delle unità cinofile di Roma "Santa Maria Galeria", hanno dato esecuzione alle ordinanze emesse dal gip del tribunale di Cassino, su richiesta del sostituto Bulgarini Nomi: in carcere sono finiti Antonio Oconi, 29 anni di Pontecorvo e Vincenzo Cotugno, 40 anni, residente a Napoli.

Arresti domiciliari per Barbara Di Vizio, 26 anni di Pontecorvo, e Costanzo Di Nardi, 37 anni, residente a Piedimonte. Gli obblighi di dimora, invece, hanno riguardato R.M.N., di 55 anni; J.O. di 31 anni, G.O.
di 32 anni, e M.O di 25. Tutti di Pontecorvo. Tutti accusati a vario titolo di aver contribuito all'economia della "attività" di famiglia: la gestione degli affari per la procura sarebbe stata affidata a mogli e mariti, sorelle e fratelli, madre, figli, generi e nuore. Nella tarda mattinata di ieri si sono collegati online dal carcere i due arrestati: entrambi hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Stessa scelta fatta dai due ai domiciliari e da due dei quattro sottoposti all'obbligo di dimora e firma.

Per la ventiseienne pontecorvese ai domiciliari, su richiesta dell'avvocato Emanuele Carbone (che difende buona parte dei coinvolti) è stata sostituita la misura con una meno afflittiva: rimessa in libertà, per lei l'obbligo di dimora e firma e il divieto di allontanarsi nelle ore serali. Per gli altri occorrerà invece attendere le decisioni del giudice. Per la quarantenne casertana coinvolta nella stessa operazione ma arrestata in flagranza (finita ai domiciliari), che a Santa Maria Capua Vetere è stata sottoposta a una direttissima, sono stati convalidati misura e sequestri. E nei suoi confronti è stato deciso un obbligo di dimora e uno di presentazione alla Pg. Nella sua disponibilità i militari hanno trovato 25 grammi di droga e 30.000 euro in casa, ritenuti provento di spaccio.

Il quadro ricostruito dai militari dell'Arma racconta di una gestione "familiare" dello spaccio, con canali di approvvigionamento sia nel Napoletano sia legati a cittadini extracomunitari. La droga, però, una volta acquistata non sarebbe mai stata trasferita in casa: secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato usato un deposito segreto da dove "prelevare" quanto basta, dosi per uso per sonale: un modo per evitare maxi sequestri e problemi legati a ipotesi di spaccio.
Invece, dopo alcune soffiate e altrettanti sequestri ai clienti, sarebbero state le intercettazioni ambientali oltre a quelle telefoniche a indicare ruoli e presunte responsabilità.

Un lavoro non facile, durato oltre un anno, con appostamenti e pedinamenti. A mettere i militari sulla strada giusta proprio l'anomalo via vai registrato a tutte le ore nella zona di via Aldo Moro, con successivi piccoli sequestri agli assuntori. Non sono mancati, però, anche sequestri più importanti, come quello in un terreno dove era stato seppellito un carico da...novanta.