Il blitz è scattato all'alba nel rione Pastine, in via Aldo Moro, nel complesso abitativo di edilizia popolare. I carabinieri della Compagnia di Pontecorvo, coordinati dal capitano Bartolo Taglietti, insieme ai colleghi di Cassino, Marcianise e al personale delle unità cinofile di Roma "Santa Maria Galeria", hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone (due in carcere, due ai domiciliari). E di quattro misure di obbligo di presentazioni alla Pg e di dimora emessi dal gip del tribunale di Cassino, su richiesta del sostituto Bulgarini Nomi per una ipotesi di spaccio in...famiglia.

Nelle pieghe dell'attività è stata inoltre arrestata in flagranza anche una quarantaduenne della provincia di Caserta, moglie di uno dei destinatari della misura cautelare, che aveva addosso cocaina e hashish, per un peso totale di circa 25 grammi. Nella sua abitazione sono stati rinvenuti anche circa 30.000 euro suddivisi in banconote di vario taglio, provenienti secondo l'accusa dall'attività di spaccio. Droga e soldi sono stati sottoposti a sequestro. La donna è finita ai domiciliari.
Secondo le indagini, iniziate nel febbraio del 2020, la gestione della redditizia attività sarebbe stata affidata a dei familiari, mogli e mariti; sorelle e fratelli; madre, figli, generi e nuore.

Insomma a persone legate fra loro. Oltre ad alcuni "ganci" con i canali giusti per procurarsi lo stupefacente. Un sistema che per la procura avrebbe retto proprio per i legami personali tra i coinvolti. In carcere sono finiti dopo l'esecuzione delle ordinanze Antonio Oconi, 29 anni di Pontecorvo; e Vincenzo Cotugno, 40 anni, residente a Napoli. Arresti domiciliari, invece, per Barbara Di Vizio,26 anni di Pontecorvo, e Costanzo Di Nardi, 37 anni, residente a Piedimonte. Gli obblighi di dimora, invece, hanno riguardato R.M.N., di 55 anni; J.O. di 31 anni, G.O. di 32 anni, e M.O di 25. Tutti di Pontecorvo.

La genesi e lo sviluppo
L'indagine, molto complessa, arriva fino alla fine del febbraio del 2021. L'inizio dell'attività svolta dai militari della Compagnia di Pontecorvo, invece, è rappresentata dalle fonti confidenziali che avevano segnalato in più occasioni dei frequenti quanto inusuali movimenti di veicoli e persone a pochi metri dall'abitazione di uno degli indagati, già noto alle forze dell'ordine per i suoi specifici precedenti di polizia.
Da qui partono i servizi di osservazione, quelli di controllo e pedinamento durati quasi un anno.
Che hanno permesso di riscontrare che quanto riferito dalle fonti riservate fosse vero: questo il secondo giro di boa dell'attività, con intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Proprio da quelle ambientali i militari hanno ricostruito l'organi gramma. Secondo gli inquirenti si trattava di una nutrita rete di spaccio di natura "familiare" costituita da madre, quattro figli e dalla moglie di uno di essi.
Poi anche da alcuni generi, entrati in famiglia. Ognuno, sempre per gli investigatori, con ruoli differenti. «C'era chi ad esempio si occupava di approvvigionarsi, sia dall'hinterland napoletano sia da soggetti extracomunitari, di sostanza stupefacente di vario tipo per poi immetterla, dopo averla confezionata, sia sul territorio pontecorvese sia su quello del Cassinate» spiegano dal Comando provinciale. Nel corso dell'indagine sono stati rinvenuti e sequestrati circa tre chili di sostanza stupefacente di vario tipo: hashish, coca ed eroina. Un grosso carico pure in un campo a Pontecorvo, con l'ausilio di un'unità cinofila. Proprio durante l'indagine sono state inoltre arrestate altre due persone e segnalati in Prefettura tanti assuntori, almeno una ventina. Ora è attesa la fissazione degli interrogatori per i coinvolti, molti dei quali assistiti dall'avvocato Emanuele Carbone.