«Le liste di attesa rappresentano il cancro che sta uccidendo giorno dopo giorno la sanità del Lazio. Ma la problematica, evidentemente, non è di interesse né del presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, né dell'assessore regionale alla sanità, Alessio D'Amato. Non si spiega altrimenti la loro assenza in generale, e quella dell'assessore in particolare in commissione regionale sanità, dove ci aspettavamo di conoscere quali soluzioni si stiano valutando e definendo per far fronte a questa costante e reiterata sottrazione di servizi che pagano solo i nostri cittadini». A dichiararlo è il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale del Lazio Giuseppe Simeone.
«I dati - prosegue Simeone - solo acuiti e non innescati dal periodo emergenziale legato alla pandemia, sono sempre più allarmanti. Ogni giorno riceviamo segnalazioni da parte di persone che non riescono a prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici indispensabili per approfondire alcune patologie o effettuare controlli su quelle croniche.
La presa in carico dei pazienti è ancora un percorso ad ostacoli su cui si innestano tempi biblici, che si misurano sulla distanza di un anno fino a 24 mesi, per effettuare una tac, una Pet, una Moc, visite oncologiche, pap test, visite ginecologiche, mammografie, visite dermatologiche, risonanze magnetiche. Per non parlare delle liste di attesa per effettuare interventi chirurgici programmati, dalla semplice cataratta che richiede non meno di un anno, fino a quelli per rimuovere la cistifellea o i calcoli renali».
«Eppure - prosegue Simeone - le soluzioni ci sono, come Forza Italia le abbiamo avanzate decine di volte utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione, dagli emendamenti alle proposte di legge, in primis il bilancio, agli ordini del giorno e alle mozioni, nelle quali prendendo ad esempio i risultati raggiunti in altre regioni come il Veneto e l'Emilia Romagna, abbiamo chiesto di investire ampliando gli orari di erogazione di servizi e prestazioni, garantendo ovviamente il personale indispensabili per effettuare esami e visite, e agendo sul privato accreditato calmierando le tariffe per l'accesso dei pazienti.
Non parliamo di richieste mirabolanti ma di semplice razionalizzazione dei servizi sulla base di una attenta modulazione rispetto all'effettiva domanda dei cittadini. Per ridurre le liste di attesa, come proposto e approvato il 9 dicembre 2021 grazie alla nostra mozione, la strada maestra è una e una soltanto. Si deve mettere in campo un piano regionale di "rientro" sulle liste di attesa, contenente la dotazione finanziaria adeguata per l'implementazione delle piante organiche delle strutture erogatrici, dei macchinari, nonché per consentire un allungamento delle fasce orarie e dei giorni, compresi i weekend in cui effettuare gli esami, per il recupero dell'arretrato».
«Le 6 Regioni, come riportato nel rapporto Gimbe 2021, con maggiore indice di fuga generano debiti per oltre 300 milioni di euro. In testa a queste c'è proprio il Lazio ma Zingaretti e D'Amato con la loro inerzia preferiscono alimentare tale fenomeno dimenticandosi che le somme spese per la mobilità passiva potrebbero essere risparmiate se si investisse per implementare e migliorare servizi e prestazioni nel Lazio. Per farlo però serve decisione e coraggio di cui in quasi dieci anni non si è vista l'ombra da parte di chi governa la Regione Lazio» conclude Simeone.