Il sindaco Luigi Rossi ha emanato un'ordinanza con la quale ordina ad Acea di autorizzare, in deroga al completamento delle opere strutturali per il depuratore, l'allaccio idrico e fognante alla rete cittadina in alcuni casi specifici.

Si tratta di fabbricati ubicati nel centro urbano e nelle zone periferiche servite dalla pubblica fognatura; immobili, già da tempo allacciati alla rete cittadina, ma che non hanno una corte spaziosa dove installare la fossa settica; edifici già esistenti e con utenze già attive che hanno subito un ampliamento e un aumento delle unità immobiliari e, infine, unità immobiliari sprovviste di adeguata superficie per installare impianti per la riduzione degli inquinanti e immobili che, pur avendo adeguata superficie per ospitare impianti per la riduzione degli inquinanti, non ne hanno per un sistema di sub irrigazione.

L'ordinanza vale per tre mesi dalla data di pubblicazione, ovvero lo scorso 6 aprile. Il sindaco Rossi motiva il provvedimento con una serie di circostanze che, oggettivamente, non possono essere scartate. Per esempio, Rossi fa rilevare che lo sviluppo urbano del paese avvenuto tra gli anni Sessanta e Novanta ha comportato un aumento del carico immobiliare adeguatamente allacciato alla rete idrica e fognante nel frattempo realizzata dalle varie amministrazioni succedutesi.

Come è altrettanto vero che gli impianti del servizio idrico integrato sono stati ceduti in gestione all'Acea che, nel frattempo, sta provvedendo a costruire il nuovo depuratore cittadino in località Gargaro. Rossi sottolinea che gli allacci alla fognatura potrebbero slittare a causa dell'attesa per il depuratore portando con sé il mancato rilascio dei titoli abitativi e comportando dunque "un aggravamento del fabbisogno abitativo del territorio oltre che problematiche giuridiche in relazione al diritto dello jus edificandi", mentre, aggiunge il sindaco, altrettanto preoccupante si rivelerebbe "la mancata fornitura dell'acqua potabile da cui potrebbe derivare grave pericolo per la salute pubblica". Nell'ordinanza Rossi chiarisce inoltre che, perdurando lo stato di necessità, è messa in conto la proroga del limite dei tre mesi.