È comparso venerdì scorso avanti il Tribunale di Frosinone, dottoressa Marta Tamburro, un settantacinquenne per rispondere di stalking e atti molesti e minacciosi in danno di un dirigente pubblico di Frosinone. I fatti partono da lontano e la causa scatenante, in base a quanto emerso in istruttoria e riferito dalla parte offesa, è un amore non corrisposto e una forte dose di rancore nei confronti del suo "rivale". L'imputato si sarebbe invaghito di un'amica della figlia di 30 anni di meno. La ragazza, però, non ha mai corrisposto i sentimenti. Quando ha scoperto poi, nel 2014, che lei aveva intrecciato una relazione sentimentale con un altro uomo, anche più giovane di lui, è stata la fine di un sogno per il maturo spasimante e l'inizio di un incubo per il noto dirigente e la sua compagna.
Ha incominciato a seguirli sia quando erano insieme che da soli. Si recava più volte sotto la loro casa e, a Natale del 2017, stando alle accuse, è entrato nel parcheggio privato della palazzina della parte offesa e ha cercato di investirlo con la sua auto. Già nel 2015, su richiesta della ragazza, il questore di Frosinone aveva emesso un provvedimento di ammonimento diffidando il corteggiatore a non importunarla. Ha poi diretto le sue attenzioni verso il rivale spingendosi a braccarlo nell'ufficio dove lavora e parlando male di lui in pubblico ed anche nello stesso tribunale dove il dirigente era impegnato per una causa. All'ultima udienza l'imputato, interrogato dal patrono di parte civile, avvocato Mario Di Sora, ha risposto in modo vago e con argomentazioni che, lo stesso legale, ha contestato documenti alla mano. Nelle udienze precedenti i testi dell'accusa hanno confermato di aver assistito alle molestie, alle minacce e alle offese proferite contro il denunciante. Il 9 settembre, dopo la discussione delle parti, la dottoressa Tamburro emetterà il suo verdetto.