Sono tante le famiglie del territorio ciociaro che ogni giorno hanno bisogno di un supporto morale, psicologico ma soprattutto economico. A fare il punto della situazione è stato il vescovo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino ieri nella curia vescovile.

L'impegno per gli ucraini
La Caritas diocesana ha accolto trenta nuclei familiari per un totale di cento persone. Sono tutte donne con bambini fatta eccezione per due uomini. Nonostante la situazione critica del territorio, continuano a giungere nei comuni ciociari profughi in fuga dalla guerra. Flussi di persone che arrivano senza niente. A stupire è stata la generosità dei cittadini del capoluogo.  I profughi che arrivano vengono accolti nelle abitazioni private e seguiti quotidianamente dalle comunità parrocchiali e dai sacerdoti. Tante le famiglie del territorio che hanno messo a disposizione le loro case. «Siamo abituati a pensare che tanto da noi la guerra non arriverà – ha detto il vescovo, Ambrogio Spreafico – Ci siamo rifiutati di pensare e capire che la pace va costruita». «Oggi abbiamo più case che famiglie da ospitare», ha sottolineato Marco Toti, direttore della Caritas diocesana di Frosinone. «Appena vengono accolti, la prima richiesta che fanno è la WiFi – ha continuato Toti – per non perdere il collegamento con quello che sta accadendo nel loro Paese. Hanno bisogno di mantenere il legame».

Il cammino Sinodale
Dal 2016 la chiesa cattolica ha aderito al cammino Sinodale. Un percorso che nella diocesi di Frosinone ha coinvolto fino ad ora quasi tremila persone. «L'idea è quella di far parlare le persone, di interrogarsi su quello che avviene riscoprendo il senso di comunità», ha sottolineato Spreafico. Seguendo questa linea il vescovo ha incontrato alcuni agenti della polizia di Stato e nei prossimi giorni riproporrà l'iniziativa anche ai vigili del fuoco.