Il clima di collaborazione tra maggioranza e opposizione che, lunedì scorso, ha portato all'approvazione unanime della delibera consiliare contro l'impianto di biodigestione, è durato poco. Lo scontro politico sul caso che da tempo anima il dibattito cittadino è riesploso subito dopo la conferenza dei servizi, svolta mercoledì alla Regione Lazio per esaminare la richiesta dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale), passo decisivo per il progetto presentato dalla società Energia Anagni.

L'esito della conferenza
Il Comune di Anagni e la Provincia di Frosinone hanno presentato le loro relazioni di competenza, ufficializzando il parere contrario. La conferenza dei servizi è stata aggiornata per dare modo alla società di presentare le controdeduzioni ai pareri espressi dagli enti sull'impianto previsto in via Selciatella per trattare 84 mila tonnellate annue di Forsu, la frazione organica del rifiuto solido urbano, per ricavarne energia elettrica e compost. Un progetto osteggiato soprattutto per il sovradimensionamento dell'impianto e per le criticità ambientali del territorio, che ricade in area Sin (sito di interesse nazionale) e richiede una bonifica.

La posizione del sindaco
Il sindaco Daniele Natalia, subito dopo la conferenza dei servizi, ha dichiarato: «L'unico ente ad aver detto formalmente no al biodigestore è stato il Comune di Anagni. Abbiamo detto tre grandi no presentando: una relazione medico-sanitaria; una relazione tecnico-scientifica; una relazione urbanistica. C'è chi già sta strumentalizzando la questione, del resto a poco più di un anno dalle elezioni tutto fa brodo. Noi invece facciamo azioni concrete. Pubblicheremo il verbale della seduta della conferenza dei servizi per dimostrare alla città che l'amministrazione comunale sta dalla parte dei cittadini».

Le accuse dell'opposizione
I consiglieri di minoranza Valeriano Tasca, Sandra Tagliaboschi, Fernando Fioramonti, Alessandro Cardinali e Nello Di Giulio non hanno giudicato positivamente lo svolgimento della conferenza dei servizi a causa dell'assenza a Roma degli amministratori. «Pensavamo - hanno commentato - di vedere la presenza del sindaco o dell'assessore all'ambiente. Immaginavamo e speravamo nella presenza del responsabile dell'ufficio tecnico e invece abbiamo saputo dell'assenza di tutti e tre.

Quindi, non sono stati letti né il parere dei medici né quello dell'ingegnere incaricato dal consiglio comunale. Bisognava esserci come ha fatto la Provincia di Frosinone con la dirigente dell'ufficio ambiente Eugenia Tersigni e il vice presidente Alessandro Cardinali, che hanno puntualizzato il perché del parere negativo. Mancava poi il parere sanitario del sindaco. Su questa cosa va fatta chiarezza».