Bacio "rubato", un ex dipendente del Cudari rischia il processo per violenza sessuale. Fissata l'udienza preliminare al prossimo 24 maggio. La vicenda del bacio "rubato" a una studentessa da parte di un ex dipendente del Centro universitario diversamente abili ricerca e innovazione dell'Università di Cassino era stata sin dalle prime battute un vero terremoto. Vittorio Soave, dopo le dichiarazioni della studentessa operatrice Cudari era finito nella delicata indagine insieme a Rossella Tomassoni, presidente del Cudari; Maurizio Ottaviani, direttore dell'Aipes e dell'allora rettore Giovanni Betta: tutti per omessa denuncia.
Tutte posizioni stralciate.

La studentessa avrebbe raccontato, a distanza di qualche mese dall'episodio che si sarebbe verificato nel novembre 2019 di un bacio "rubato" in un corridoio. Ma i filoni aperti dalla Mobile, coordinati dal dottor Flavio Genovesi, in realtà furono due: quello relativo alla presunta violenza sessuale (per il bacio) e uno legato a vessazioni in ragione della sua posizione verso altre due studentesse residenti nel Cassinate, sempre operatrici Cudari, amiche della presunta vittima. Per le ragazze si sarebbe registrata l'impossibilità di usufruire di regolari pause per pranzare, per un caffè o semplicemente per rifocillarsi durante lo svolgimento delle attività, ma anche difficoltà nell'organizzazione dei turni che non avrebbero tenuto conto di richieste o particolari esigenze.

L'avvocato dell'ex dipendente universitario, Gabriele Picano, aveva subito depositato in procura la richiesta di interrogatorio per l'indagato, per poter dimostrare la totale estraneità ai fatti contestati del suo assistito, accuse che l'ex dipendente continua a negare con forza. E continuerà a farlo: attesa per l'udienza preliminare in cui potrebbe essere prosciolto o rinviato a giudizio.